13 giugno 2021

Da oggi ammirabili due lunettoni del Massarotti al Monte di pietà di Busseto, uno scrigno dell'arte cremonese

Due opere di Angelo Massarotti, non inedite, ma finite pressoché nel dimenticatoio tornano, finalmente, ad essere visibili. Si tratta di due grandi lunettoni ad affresco custoditi nello storico palazzo del Monte di Pietà, nella centralissima via Roma di Busseto, praticamente a due passi da Cremona, città d’origine del celebre pittore, chiaramente annoverato tra le figure più notevoli della pittura cremonese del tardo Seicento.

I due lunettoni si trovavano, originariamente, sotto al portico del palazzo. Negli anni Ottanta del Novecento sono tuttavia stati strappati dal muro e collocati al primo piano del palazzo di proprietà della Fondazione Cariparma. Sono entrambi molto deteriorati (ma chissà che non si possano gettare le basi per un loro restauro) ma comunque significativi e meritevoli, nel ricordo di un grande pittore cremonese che merita di essere conosciuto, valorizzato, promosso.

I due affreschi risalgono al 1682 e raffigurano la “Pietà” e il “Martirio di San Bartolomeo”, patrono della città e della parrocchia di Busseto.  La tradizione, tra l’altro, ci ricorda che nei panni di uno dei carnefici di San Bartolomeo il Massarotti abbia utilizzato il volto di un’esponente della storica comunità ebraica locale. La persona in questione, stando sempre alla tradizione, non gradì particolarmente la cosa, ma ormai l’opera era compiuta.

I due lunettoni  del Massarotti torneranno ad essere visibili al pubblico a partire da domenica 13 giugno e lo saranno poi ogni seconda domenica del mese. Infatti, dopo oltre un anno (a causa ovviamente della pandemia), con ingresso gratuito, riprendono le vite guidate alla Biblioteca di Busseto della Fondazione Cariparma e allo storico palazzo del Monte di Pietà. Le visite si tengono ogni seconda domenica del mese con  doppio appuntamento, alle 10 e alle 11.15. Il numero massimo di visitatori è di 15 per ogni gruppo. È gradita la prenotazione telefonando allo 0524-92224 oppure con una mail a: biblioteca.busseto@fondazionecrp.it

Le visite sono sospese nel mese di agosto. La visita a Busseto è sicuramente da consigliare, non solo perché città d’arte e terra del celeberrimo musicista e compositore Giuseppe Verdi, ma anche perché scrigno e sede di diverse opere cremonesi. Un museo itinerante, ed a cielo aperto, della cultura e dell’arte cremonese, potrebbe essere definita.

Sempre in centro storico, all’interno della insigne chiesa collegiata di San Bartolomeo Apostolo, si possono ammirare, nel santuario, la grande opera pittorica di Giuseppe Moroni, dedicata alla Passione di Nostro Signore, datata 1942. Del Moroni sono anche le vetrate istoriate piccolo rosone e le due monofore dell'abside, ma anche le decorazioni (datate 1926) della cappella dedicata ai caduti di guerra della parrocchia. Pregevole anche l’altare maggiore costruito dal cremonese Giovanni Battista Febbrari nella seconda metà del XVIII secolo in legno inciso e scolpito con decorazioni e figure di putti, mentre sul fianco dell’altare spicca l’organo realizzato dalla ditta Pacifico Inzoli e Figli di Crema, collaudato il 19 marzo 1930 dal maestro Federico Caudana, che non ha certo bisogno di presentazioni.

Di grande valore anche i quindici tondi con i Misteri dei Rosario di Vincenzo Campi. Nella collegiata di Busseto operarono soprattutto pittori cremonesi, tra questi Andrea Mainardi, meglio conosciuto come il Chiaveghino, di cui si conserva la tela dedicata alla “Madonna immacolata con i Santi Paolo, Pietro, Francesco d’Assisi e Chiara”;  Francesco Boccaccino, autore della precedente pala dell’altare maggiore dedicata al patrono San Bartolomeo; Camillo Procaccini, autore invece della “Madonna col Bambino e i Santi Francesco d’Assisi e Chiara”; Francesco Superti, autore della “Madonna in Gloria con i Santi Giminiano e Francesco d’Assisi”; Giovan Battista Trotti (Il Malosso), autore della “Madonna col Bambino ed i Santi Pietro e Giacomo”. Senza dimenticare poi che la collegiata conserva, oltre a diversi dipinti e tele di ignoti pittori cremonesi, anche decorazioni di Giovanni Motta e un reliquiario seicentesco di Altobello dè Cambi.

Nell’adiacente oratorio della Santissima Trinità (al quale si accede direttamente falla collegiata), celebre per aver ospitato, il 4 maggio 1836, il matrimonio tra Giuseppe Verdi e Margherita Barezzi, da non perdere la pala dell’altare maggiore (riconsacrato nel 1861 dal vescovo cremonese Antonio Novasconi) raffigurante la Santissima Trinità, opera (datata 1579) di Vincenzo Campi (autore anche dell’Annunciazione conservata nella chiesa bussetana di Santa Maria Annunziata). Appena fuori dal centro storico merita, poi, una visita la bella chiesa di santa Maria degli Angeli, per secoli di proprietà dei frati minori francescani, che pochi anni fa l’hanno donata alla congregazione dei missionari Identes. Tra le opere del sacro edificio spicca una pregevole tela cinquecentesca della “Madonna col Bambino, S.Antonio di Padova, San Giovannino e un altro santo francescano” di Antonio Campi e un “San Francesco in estasi” di Giovanni Scotti (1902). Un itinerario d’arte e di cultura cremonese, dunque, a Busseto, che merita di essere conosciuto, valorizzato e percorso, magari a piedi o in bicicletta, tra le atmosfere, le musiche ed i sapori della terra di Verdi. 

Eremita del Po

Paolo Panni


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