16 luglio 2021

George Eliot e quel poema dedicato a Stradivari: "Dio cerca Antonio"

George Eliot è stato un autore inglese vissuto durante il XIX secolo, non un autore qualunque ma uno di quegli scrittori che hanno cambiato la storia della letteratura inglese. George Eliot è stato il padre/madre di una narrativa a suo modo rivoluzionaria sia per la metrica che per gli argomenti trattati dato che, spesso, nelle sue opere comparivano attacchi alla società contemporanea e venivano analizzate, in maniera molto acuta, anche questioni politiche.

La stranezza di questo famosissimo autore è che George Eliot in realtà non era altri che Mary Ann Evans, ovvero verosimilmente la scrittrice inglese più importante del XIX secolo la quale, visto anche il poco rispetto che normalmente in quel periodo veniva riservato alle autrici di sesso femminile, preferì sviluppare la sua carriera con uno pseudonimo maschile, quello di George Eliot (tale pseudonimo risulta tutt'ora come l'autore delle sue opere).

Nata nel 1819 da una famiglia molto agiata è verosimile che la giovane Mary Ann fosse venuta a contatto con lo studio del violino, quasi un segno distintivo delle giovani adolescenti della raffinata borghesia vittoriana, tanto da scrivere e far pubblicare, nel 1873 un poema dedicato al liutaio “per eccellenza”, Antonio Stradivari. Lo scritto, “God needs Antonio” (Dio cerca Antonio – Stradivari) è un sentito tributo, quasi un'ossessione per la Evans, al liutaio dei liutai, ma nei versi l'autrice trova lo spazio per parlare della città di Cremona, della Pianura Padana e anche del collega Giuseppe Guarneri del Gesù, lo “zio” della grande liuteria cremonese.

Lo scritto è un immaginario dialogo tra Naldo, un pittore un po' cinico che rimprovera il liutaio di lavorare con troppa attenzione sui suoi violini, perdendo molto tempo mentre potrebbe far fortuna senza troppo impegno. Il dialogo è trascendentale e quasi mistico, Stradivari risponde con fermezza che “Dio ha dato il talento ai musicisti, ma mi ha scelto per aiutarlo per dare loro i migliori strumenti possibili”.

La poesia, che paradossalmente manca di una versione in italiano, racchiude l'enorme creatività e talento della Evans la quale parla del “grembiule bianco” del Maestro cremonese (come appare nel celebre dipinto che lo ritrae nel suo studio), dei suoi vicini di Cremona che, a causa della sua dedizione al lavoro, lo ritengono “noioso”, della “pianura” e del fatto che Naldo chiarisce come molti musicisti usano e apprezzano i violini di “Giuseppe” (Giuseppe Guarneri del Gesù).

Nelle strofe dell'immaginario dialogo che il Maestro liutaio mantiene con il suo interlocutore vi è la profonda dedizione che Eliot prova per la musica e per i violini di fattura cremonese, la scrittrice racchiude nella poesia la sua esperienza di vita e il forte legame giovanile per gli aspetti religiosi, legame che negli anni muterà radicalmente. La vita di Mary Ann Evans è stata contrassegnata dalla letteratura e dagli scandali della sua vita privata. A metà del 1800 non era di certo semplice per una signorina della buona borghesia gestire un giornale e scrivere su dei periodici, senza contare che le sue relazioni sentimentali la vedevano spesso legate a uomini sposati con famiglia.

Fu infatti il suo rapporto con un filosofo inglese, George Lewes, a rendere necessaria la scelta di uno pseudonimo per poter scrivere e pubblicare le sue opere in quanto Lewes, scrittore con idee progressiste, era sposato con figli ma aveva chiarito pubblicamente che sua moglie poteva tranquillamente avere relazioni extra coniugali al pari di quelle che aveva lui (cosa che in effetti accadde). I continui scandali nell'era vittoriana si mischiavano ai successi letterari di George Eliot tanto che lo scrittore venne apprezzato anche alla Corte d'Inghilterra fino a quando, a causa delle pressioni su George Eliot dovute alla enorme popolarità letteraria, Mary Ann Evans decise con estremo coraggio di uscire allo scoperto e di chiarire chi era realmente l'immaginario George Eliot.

La sincerità premia sempre – come spesso dicono - e, nonostante l'altalenante vita sentimentale, la Evans trovò l'appoggio della società mondana mantenendo tirature da best seller per i suoi libri. Dopo la morte di Lewes la scrittrice decise nel 1880, a pochi mesi dalla sua scomparsa, di sposarsi con un uomo più giovane di 20 anni, Qui le cose non andarono meglio, il suo sposo, John Cross, precipitò da una finestra del loro hotel sul Canal Grande durante il loro viaggio di nozze riportando ferite permanenti, alimentando gli scandali sulla figura della scrittrice. A causa di una vita sentimentale “agitata”, nonostante la sua indiscussa fama, a Mary venne negata la sepoltura nella basilica di Westminster, a fianco dei più famosi colleghi britannici. Alcune delle brillanti affermazioni di Mary Ann Evans sono diventate di uso comune superando i vari gap generazionali ed artistici ma, a sigillo del rapporto di certo unico tra George Eliot e la liuteria, basta ricordare una delle sue frasi più famose:

“Tis God gives skills, but not without men's hand: He could not make Antonio Stradivari's violins without Antonio”

“E' Dio che dà il talento, ma non senza la mano degli uomini: Egli non poteva fare violini di Antonio Stradivari senza Antonio”

Marco Bragazzi


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