7 dicembre 2021

"Aziende pubbliche costruite nel tempo e ora vendute per pochi soldi". Il deciso intervento di Rifondazione sulla cessione di Linea Group ad A2A

A2A ridimensiona la notizia (qui la replica della società), ma i timori che la gestione di alcuni "assets" fondamentali del territorio, come le reti del gas, venga ceduta rimane. E questo porterebbe ad un impoverimento dei servizi pubblici locali, senza contare che la cessione degli stessi servizi ad una società quotata in borsa potrebbe "determinare lo svuotamento definitivo della democrazia e della partecipazione popolare".
 
Ne è convinta Rifondazione Comunista, che interviene con decisione sulla partita A2A-Linea Group attraverso una nota stampa a firma dei segretari cremonese e cremasco, rispettivamente Francesca Berardi e Piergiuseppe Bettenzoli
 
"Premesso che il Partito della Rifondazione Comunista era e rimane contrario alla svendita delle aziende pubbliche che erano beni della comunità, di tutti i cittadini - precisano Berardi e Bettenzoli -. Siamo sempre stati contrari alla vendita di quote azionarie di LGH alla multiutility A2A, perchè volevamo che i sindaci, i Consigli Comunali, mantenessero il controllo e l'indirizzo sulle nostre aziende. Per questo Rifondazione Comunista ha rotto con le maggioranze di centrosinistra che governavano e governano Crema e Cremona".
 
"Ovviamente non abbiamo condiviso l'operazione di fusione per incorporazione (sic!) - proseguono - di Linea Group Holding in A2A, perchè questa procedura è palesemente illegittima, in contrasto con le normative che prevedono procedure di evidenza pubblica, gare, per mettere "sul mercato" quote azionarie di società a proprietà pubblica, degli enti locali. Ma ora accade qualcosa di ancor più grave, se si può definire così l'annessione di LGH in A2A, ora A2A essendo quotata in borsa, avendo come missione il guadagno per gli azionisti, vuole vendere le reti del gas nella nostra provincia considerate non strategiche,"non core", soltanto per fare cassa".
 
"Questo è il risultato delle privatizzazioni - prosegue la nota -, la perdita assoluta del controllo da parte degli enti locali che avevano faticosamente costruito le aziende pubbliche, vendute per una manciata di soldi, come fece Giuda che per 30 denari vendette Gesù. Cosa resterà ai Comuni di Cremona, di Crema e del cremasco, dopo questa ingloriosa vicenda? Nulla, saremo nelle mani di aziende multinazionali che decidono esclusivamente in base al business, come accadrà alle bollette della luce e del gas che vedranno a breve aumenti stratosferici".
 
Concludono Berardi e Bettenzoli tornando a una battaglia sulla quale Rifondazione (e non solo) è in campo da sempre: "Temiamo che la stessa fine potrebbe fare il servizio idrico, anche se solo 10 anni fa un referendum popolare ha affermato l'importanza dell'acqua come bene comune e il servizio idrico come servizio pubblico indispensabile e indisponibile alle voglie del mercato. Per questo aderiamo come Rifondazione Comunista alle manifestazioni che si terranno il giorno 9 dicembre a Milano, davanti al tempio della Borsa e a Roma".


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