6 gennaio 2022

190 anni fa nasceva Emilio Biazzi, cremonese, fondatore della casa di riposo di Castelvetro Piacentino

Ci sono persone che fanno la storia di una comunità, e di un territorio, attraverso opere concrete nate dal cuore, dalla loro generosità, dalla loro attenzione verso il prossimo. Uomini e donne che, nella vita, hanno prodotto i fatti e, del loro prezioso passaggio terreno, hanno lasciato opere che, nel solco della storia, continuano a essere punti di riferimento, specie in campo assistenziale e sociale. Tra queste persone, giganti del nostro territorio per il bene che hanno compiuto, spicca Emilio Biazzi, fondatore della struttura protetta per anziani della vicina  Castelvetro Piacentino. Istituto che a Biazzi, naturalmente, è dedicato. Tra i numerosi anniversari che, nel corso del 2022 appena iniziato, saranno ricordati, spicca anche il 190esimo della nascita di Emilio Biazzi, le cui radici sono cremonesi. Infatti l’insigne benefattore nacque a Cremona il 15 marzo del 1832 (quindi, appunto, 190 anni fa) e morì a Perledo di Varenna, in provincia di Como, l’8 gennaio 1879.  L'Istituto "Emilio Biazzi" - I.P.A.B. - Struttura Protetta di Castelvetro Piacentino situato nella piazza dedicata allo stesso Emilio Biazzi, è da tempo un importante punto di riferimento per tanti anziani dell’una e dell’altra sponda del Po.  L’istituto trae la sua origine dal testamento datato 4 dicembre 1878 di Emilio Biazzi, commerciante e proprietario terriero. Figlioi di Felice e Maria Cazzaniga, importanti possidenti cremonesi, perse i genitori in giovane età e, non avendo né fratelli né altri eredi, come si legge anche nell’Enciclopedia Diocesana Fidentina di Dario Soresina (che a Biazzi dedica un importante spazio), ricevette in successione l’intero patrimonio familiare, costituito da beni immobili situati, in gran parte, a San Giuliano Piacentino. Da qui i frequenti rapporti del Biazzi con la zona dell’Oltrepò, nella quale era solito trattenersi a lungo per curare l’amministrazione ed il buon andamento delle cose nei suoi poderi. Numerosi erano i vincoli di amicizia che lo legavano alla popolazione della Bassa Piacentina. Dopo essersi ammalato di una grave forma di cirrosi epatica, Biazzi si ritirò in una sua villa a Perledo, in provincia di Como, dove morì all’età di 46 anni. La sua salma, per espresso suo desiderio, venne quindi traslata a Cremona, nel cimitero urbano, accanto ai genitori. Un suo busto marmoreo, cin tanto di iscrizione commemorativa, figura nel guardino dell’istituto a lui intitolato, ed eretto grazie alla sua carità, inaugurato il 22 settembre 1887.

Nel 190esimo della nascita è doveroso ricordare questo insigne benefattore evidenziandone, in particolare l’esempio, affinchè possa essere di richiamo per altre iniziative di generosità ed è doveroso che anche la sua città natale, Cremona, dove ha scelto di riposare per sempre, ne faccia significativa memoria. 

 

Eremita del Po

Paolo Panni


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