19 aprile 2024

Documenti Usa, quando sbloccarono 200mila lire per tenere aperta la Scuola di liuteria che rischiava la chiusura. La difficile ripresa scolastica nel maggio del '45

Ancora una puntata sui documenti straordinari sulla storia di Cremona dai file desecretati del Comando Americano in Italia nel 1945. Questa volta raccontiamo di come sia stata durissima la ripresa nelle scuole a maggio. La censura sui libri, le difficoltà delle mense e di trovare spazi adatti. La salvezza della Scuola di liuteria è dipesa da finanzamenti extra budget per 200mila lire. La ricerca è di Marco Bragazzi.

Nell'estate del 1945 la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona dovette ricorrere ad un finanziamento straordinario di 200.000 lire di allora per poter affrontare le spese di gestione di gestione ordinaria che gravavano sull'istituto celebre in tutto il mondo. Per ottenere i fondi necessari al prosieguo delle attività previste dalla struttura, ed evitare una immotivata ed inaccettabile chiusura dei cancelli, il direttore della stessa, Prof. Umberto Canuto, fu costretto a chiedere al Comando Alleato di poter accedere ai fondi messi a disposizione dalla Banca Nazionale del Lavoro. La richiesta di fine luglio 1945 fatta dal Prof. Canuto al Comando Alleato era diventata necessaria ed impellente, il Governo Alleato era in città da due mesi ma, all'interno delle varie attività in cui era impegnato, aveva affrontato quella legata al mondo della scuola con relativa – e forse sottostimata – attenzione. Il 1° maggio del 1945 la città di Cremona, stante alle memorie di alcuni ufficiali, viveva in una strana immobilità, la città era stata liberata pochi giorni prima, il Governo Alleato aveva preso piede subito nei gangli della gestione cittadina e, come da copione con ciò che era accaduto nel resto d'Italia, aveva cominciato ad impostare il lavoro da sviluppare nei mesi successivi.

Quel primo giorno di maggio ritornava formalmente la Festa del Lavoro dopo che, durante il Ventennio, la tradizionale giornata di riposo per le maestranze era stata spostata al 21 aprile. Il sistema scolastico cremonese venne preso in considerazione praticamente subito dopo l'arrivo in città degli Alleati, il Governo aveva impostato il lavoro da eseguire sulle scuole, poco conscio che molti edifici scolastici erano stati requisiti per vari motivi, concentrandosi, però, più sul percorso politico da applicare che neanche sul ritorno alla normalità del lavoro nelle classi. Diversi edifici dovevano ritornare alla loro destinazione originale; per esempio far rientrare gli scolari alla Realdo Colombo, che dall'autunno del 1943 era diventata la sede della Corte dei Conti della Repubblica Sociale Italiana, non era una cosa esattamente semplice; registri, verbali, dati top secret e altro erano tutti rimasti nei faldoni dentro le aule dell'istituto della omonima strada, esporre studenti o il personale a segreti militari non era una cosa di certo da sottovalutare in materia di segretezza delle informazioni.

Il ripristino delle attività scolastiche venne impostato, a Cremona, secondo la logica che, a maggio, le vacanze per buona parte degli studenti erano ormai alle porte, per cui anche le necessità quotidiane per il funzionamento di un istituto potevano essere rimandate. Fu un errore di valutazione grossolano da parte del Comando Alleato, se nelle zone d'Italia liberate fin dal luglio del 1943 i processi di occupazione e di nuova destinazione di molti edifici non avevano avuto grandi scossoni temporali a Cremona erano passati due anni con molte delle scuole impegnate da altre strutture che poco avevano a che fare con lo studio.

La prima cosa che fece il Governo Alleato in città fu quella di stilare la lista di tutte le scuole con il numero di insegnanti presenti; fossero pubbliche o private gli Alleati dovevano avere sul tavolo l'elenco di tutto il personale, elenco che avrebbero poi analizzato secondo i parametri del processo di epurazione. Sarebbero cambiati alcuni professori e alcuni addetti alle attività scolastiche ma, soprattutto, sarebbero cambiati i libri, dato che, con la fine della guerra, i tomi dedicati allo studio avrebbero subito il “processo di defascistizzazione”, in pratica sui banchi gli studenti avrebbero trovato progressivamente nuove edizioni soprattutto legate alle materie di natura storica. I programmi di studio non erano ancora stati aggiornati per cui, grossomodo, i professori avrebbero seguito i programmi già presenti per evitare la nascita di ulteriori problematiche che si sarebbero sommate a quelle già presenti. Un grosso grattacapo da affrontare per le scuole di ogni ordine, esclusi gli istituti superiori, era quello del servizio mensa: con una cronica carenza di prodotti alimentari basilari e un aumento della povertà diffusa, diventava improponibile proporre un servizio con costi di realizzo elevati, costi che avrebbero portato molte famiglie a non mandare i figli a scuola.

Per evitare un crescendo di assenze nelle aule il Governo Alleato decise di disporre il servizio mensa scolastica secondo un logica “limitata”; invece di migliorare l'accesso alle disponibilità alimentari rendendo almeno garantito un pasto e sollevando le famiglie di un coperto per i figli in età scolare gli Alleati, per il mantenimento dei pranzi offerti quotidianamente, chiesero alle famiglie di sopperire alle carenze cucinando pasti per le scuole. I problemi di avvicendamento nel percorso di formazione scolastica si fecero sentire in maniera acuta durante l'estate del 1945 a Cremona, il finanziamento per la Scuola Internazionale di Liuteria, ed altre realtà istituzionali, dovette essere erogato come “fuori budget” perché il Governo Alleato non aveva previsto le spese di ordinaria amministrazione per gli istituti superiori; va però ricordato che il Provveditore agli Studi, a metà agosto 1945, scrisse al Comando Alleato non garantendo l'apertura dell'anno scolastico a settembre se gli Alleati non avessero reso disponibili in toto i locali sotto sequestro. A metà agosto del 1945 risultavano occupate o sotto sequestro in città ben cinque strutture scolastiche le quali, in poche settimane, avrebbero dovuto diventare agibili per gli studenti; per farlo il Provveditore chiese un – perfettamente condivisibile – intervento d'urgenza da parte del Governo Alleato che mise finalmente a disposizione mezzi e disponibilità per garantire la continuità scolastica.

Marco Bragazzi


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commenti


Daniele Buttafava

19 aprile 2024 15:46

Con la consueta pregevole descrizione , Marco Bragazzi ci racconta piccoli dettagli della storia passata della nostra città e in particolare un settore ( la scuola di liuteria) diventata icona e vanto internazionale di Cremona.

Michele de Crecchio

19 aprile 2024 22:17

Se le mie informazioni sono esatte, a sostenere la delicata carica di "Provveditore agli Studi", il locale C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale) aveva nominato il prof. Giuseppe Casella, intellettuale di impostazione cattolica che, anche nei decenni successivi, fu apprezzato sia come insegnante che come protagonista della vita culturale cittadina.