18 maggio 2021

Piroga di Grumone (Corte de' Frati), 25 anni dopo il restauro è finito. Scoperta nel 1994. Così si navigava l'Oglio oltre mille anni fa

CI sono voluti 25 anni per restaurarla, ma dopo l’essiccazione al Centro di Trattamento del Legno Bagnato della Soprintendenza di Milano, necessario per conservarla anche fuori dall’acqua, è stata ben protetta e temporaneamente spostata nei magazzini della Soprintendenza, la piroga medievale in legno di quercia ritrovata nel 1994 nel fiume Oglio in comune di Corte de’ Frati, località Pieve Grumone, liberando gli spazi per nuove imbarcazioni che necessitano di cure. Il restauro è durato 25 anni dal momento del ritrovamento.

La dimensioni dello scafo, lungo 7 metri, e la delicatezza del legno hanno reso molto complesse le operazioni di sollevamento e trasferimento e ci sono voluti l’impegno e la forza di numerosi tecnici per portare a compimento l’impresa, che è perfettamente riuscita.  La piroga scoperta nel fiume Oglio è datata tra fine VI e metà VIII, ed è stata, dopo un primo intervento a Peschiera, una delle prime sottoposte nel 1997 alle cure del Centro Centro Trattamento Legno Bagnato di Milano, scelta a causa delle scarse condizioni conservative in cui versava (si evidenziavano infatti numerose fessurazioni longitudinali, uno stato generale di fragilità e la poppa era staccata e divisa in cinque porzioni) insieme a quella di Scandolara Ripa d’Oglio che, pur essendo in buono stato di conservazione, era collocata in una vasca di contenimento compromessa da fratture e scollamenti che determinavano l’abbassamento continuo del livello della soluzione, con effetti negativi per la fibra del legno. La piroga ritrovata a Scandolara Ripa d'Oglio è stata esposta al Museo civico di Crema, con altre dodici provenienti dal territorio provinciale.

Il progetto di recupero e conservazione delle monossili dell’Oglio a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha preso corpo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, periodo in cui Maria Adelaide Binaghi coordinò il recupero di otto monossili nel territorio cremonese. Queste imbarcazioni furono per alcuni anni ospitate nel Deposito del Genio Civile di Peschiera del Garda (BS) e mantenute in vasche con acqua di rete addizionata con ipoclorito al 3%. Nel contempo furono eseguite dalla ditta Dendrodata (VR) analisi dendrocronologiche che definirono una datazione collocabile all’epoca altomedioevale. Dalle analisi effettuate su alcune di esse si è stabilito che la specie legnosa utilizzata è la quercia. Nel 1996 il Soprintendente Angelo Maria Ardovino ha dato un nuovo impulso al progetto di restauro con la creazione del Centro Trattamento Legno Bagnato presso la sede della Soprintendenza. Le imbarcazioni monossili sono state fabbricate per un lunghissimo arco di tempo, dal Mesolitico (VIII-VII mil- lennio a.C.) al Medioevo (XIV secolo d.C.), senza sostan- ziali modifiche tecnologiche e morfologiche. Le monossili erano utilizzate prevalentemente per la navigazione nelle acque interne, per la pesca e per il trasporto di merci e persone, ma anche come galleggianti per sostenere chiatte, pontoni, ponti e addirittura mulini natanti.

In allegato il video della Soprintendenza Abap per le province di Cremona, Mantova e Lodi:

https://fb.watch/5zeFsGUYvH/

 


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