17 luglio 2021

E il nonno dell'ex presidente del Parlamento Europeo Donald Tusk era un grande liutaio polacco con Cremona nel cuore

Il violino fa parte della collezione nazionale polacca, non ha un nome vero e proprio ma si fa conoscere semplicemente come “copia di un modello Stradivari”.

Tutto chiaro e limpido, quel violino non vuole ingannare nessuno anzi, con molta trasparenza, la dicitura spiega che lo strumento rappresenta la copia di un modello di quell'Antonio che due secoli fa lavorava all'ombra del Torrazzo. All'interno della cassa armonica, come da tradizione, l'etichetta dell'artigiano che lo ha creato non lascia spazio a dubbi “Jozef Tusk fecit Sopot anno 1967”, quindi di quel violino si conosce l'anno “di nascita”, il luogo – Sopot in Polonia - e l'artigiano che gli ha dato vita. Ma se la sulla piccola città di Sopot si sanno molte cose, ovvero che si affaccia sul Mar Baltico dal quale arrivano i venti gelidi del Nord che la spazzano per mesi ogni anno e che la musica rappresenta una delle grandi passioni cittadine, sull'artigiano si sa tutto, in teoria, ma è comunque una storia da raccontare.

In quei 60 centimetri perfettamente bilanciati di abete rosso, sicomoro ed ebano la parola “fecit” suona quasi come il tributo a quei cognomi che, per secoli, si sentivano urlare in dialetto negli stretti vicoli del centro di Cremona, vicoli senza i venti taglienti del Nord Europa però spesso chiusi nella nebbia o nella calura estiva.

Jozef Tusk, nato nel 1907, è stato un liutaio polacco quasi autodidatta la cui vita lo ha portato a scoprire i violini e, soprattutto, a sognare la liuteria cremonese. Jozef ha solo 5 anni quando riceve un piccolo violino che segnerà per sempre la sua esistenza, perché più che imparare a suonarlo cercherà sempre di capire come poter dar vita a pezzi di legno che, davanti agli occhi di molti, sono semplici pezzi di legno inanimati. Da adolescente comincia a lavorare con pialle e sgorbie alla ricerca di strumenti che possano soddisfare il suo desiderio di trasformare la liuteria in un lavoro, ma per un orfano era difficile aiutare la famiglia solo con la liuteria, per cui comincia a lavorare come dipendente delle Poste Polacche. Cosa ha reso la storia della vita di Tusk diversa da quella di molti altri artigiani impegnati a costruire strumenti musicali? Forse la passione per i violini, cosa comune a chi ama la liuteria ma, soprattutto, la necessità di sopravvivenza nei campi di concentramento e dalle fucilazioni.

E' il settembre 1939, la Polonia viene invasa dai nazisti ad ovest e dai russi ad est, Jozef, in qualità di membro riservista delle forze armate polacche, viene arrestato dai tedeschi ed internato nel campo di concentramento di Stutthof, dove cambierà la sua avventura come liutaio. Il legno che riesce a recuperare lo usa per creare violini, non è molto ma grazie a quel legno scopre ed impara a conoscere la storia della liuteria cremonese, storia che, chiusa da un filo spinato, Jozef non può vivere di persona studiando nelle botteghe sparse tra i vicoli della città adagiata su Po. La Gestapo non ha un'idea precisa su di lui, da una parte è sospettato di far parte dell'intelligence polacca e quindi considerato molto pericoloso, dall'altra è un normale soldato polacco come le decine di migliaia di prigionieri che venivano rinchiusi nei campi di concentramento per militari. Nel dubbio la Gestapo dimostra di avere sempre pochi scrupoli e, dopo aver arrestato tutta la famiglia, trasferisce Jozef nel campo di concentramento di Neuengamme, in Germania, luogo ben più triste e destinato ai militari sospettati di far parte della resistenza, campo dove la ferocia dei trattamenti portava spesso alla morte, basti pensare che soltanto circa il 50% degli internati riuscirà a vedere la fine della guerra. Qui la liuteria viene sostituita dalla sopravvivenza, le condizioni di vita sono spaventose e mirano a distruggere la volontà dei reclusi nella speranza che ammettano la loro appartenenza alle organizzazioni che si opponevano al dominio nazista. Neuengamme non basta per squarciare il velo di silenzio sulla carriera militare di Jozef e, nel 1942, il liutaio autodidatta che nel campo di concentramento lavorava come falegname, viene rilasciato dall'inferno delle camerate di legno e delle uccisioni arbitrarie per gli “inabili al lavoro”.

Nel 1944 le SS lo arrestano e lo costringono ad entrare nei ranghi delle unità di volontari polacchi fedeli al nazismo, Jozef ha poche alternative però, tempo qualche settimana, il liutaio diserta per tornare ad unirsi alle Forze Armate Polacche in Occidente con le quali combatterà fino alla fine della guerra. Con la fine delle ostilità Jozef torna alla sua vita quotidiana come ferroviere, si trasferisce con la famiglia a Sopot senza mai perdere di vista la sua unica vera passione, quella liuteria cremonese che lo aveva aiutato a sopravvivere.

Nel 1955 vince il primo concorso nazionale polacco per strumenti ad arco, nella sua carriera darà luce a oltre 150 strumenti ad arco tra violini, chitarre, viole e violoncelli, fino alla consacrazione per la sua “copia di modello Stradivari” che, nel 1967, entrerà a far parte della collezione nazionale.

Jozef Tusk lascerà una enorme eredità come liutaio, mentre suo nipote, Donald Tusk, diventerà Primo Ministro polacco e Presidente del Consiglio Europeo.

Marco Bragazzi


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