17 gennaio 2022

Il Vescovo Napolioni scrive ai sacerdoti: "La Santa Comunione sia distribuita da ministri vaccinati"

Personalmente vorrei che la Santa Comunione fosse distribuita (e a maggior ragione, portata agli ammalati) da ministri vaccinati. Qualora ciò non fosse possibile, si incarichi ad actum una persona idonea, religiosa o laica, dotata di avvenuta vaccinazione”.

Così il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, in una sua lettera ai sacerdoti iaconi e religiosi della diocesi. “Dopo che nei giorni scorsi - precisa il sito della Diocesi di Cremona - la segreteria generale della CEI  ha diffuso una comuicazione in cui si ribadiscono in maniera sintetica le principali attenzioni da osservare per garantire la sicurezza dei fedeli nelle celebrazioni e nelle altre attività pastorali e per contribuire a contenere, e quanto prima superare, la faticosa emergenza pandemica, in attesa di possibili orientamenti condivisi dalla Conferenza episcopale lombarda, il vescovo di Cremona Antonio Napolioni ha inviato una lettera a sacerdoti, diaconi e religiosi della diocesi con l’invito a “essere testimoni di fiducia, senso di responsabilità e attenzione al bene comune, compiendo l’atto di amore è costituito dalla vaccinazione anti covid”. Un invito rivolto anche ai fedeli, in particolare coloro che hanno responsabilità educative e pastorali”.

Non sto a ripetere le tante motivazioni che giustificano questa richiesta – scrive il Vescovo nella sua lettera – e faccio appello al sensus Ecclesiae che per noi cristiani dovrebbe essere un ulteriore fattore di discernimento”.

Tra le priorità evidenziati da monsignor Napolioni quella che “i fedeli partecipanti alle nostre celebrazioni, i quali talvolta segnalano timori e preoccupazioni, siano messi in grado di confidare nella nostra necessaria prudenza nei comportamenti”. Per questo diventa opportuno – sottolinea il Vescovo – “che i presbiteri, per prestare servizio nelle celebrazioni, abbiano sempre cura di trovarsi in una delle tre condizioni previste dalla legge”: vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni o test negativo da non oltre 48 ore.


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