14 maggio 2021

Monte Netto: l'altopiano che non t'aspetti

Una delle principali caratteristiche della Provincia di Cremona deriva dalla sua particolare conformazione topografica, che la vede “stretta e lunga” e capace di toccare ben sette province confinanti, che si alternano nel raggio, spesso, di una manciata di chilometri. Succede così, ad esempio, che il capoluogo sia confinante e strettamente legato alla Provincia di Piacenza (come abbiamo visto la settimana scorsa); ma bastano una ventina di chilometri in direzione nord e siamo già sulle rive del fiume Oglio, che separa Cremona da Brescia.

Percorriamo ancora poco più di venti chilometri sulla SP IX Quinzanese e, tra una distesa apparentemente interminabile di capannoni industriali, alla periferia della Leonessa d’Italia, ecco comparire inaspettato il Monte Netto, che dall’alto (?!) dei suoi 133 metri sul livello del mare domina tutta la cosiddetta “Bassa”, ma che soprattutto è la patria di una minuscola quanto affascinante denominazione: il Capriano del Colle DOC.

Il Monte Netto è un’altura isolata formatasi durante la terza glaciazione, che grazie alla sua particolare presenza di flora e fauna è divenuto Parco Agricolo Regionale nel 2007.

La viticoltura ha fatto la sua comparsa già nel XVI secolo, e anzi pare proprio che sia il disboscamento effettuato per consentirla che abbia dato il nome a questo Monte, chiamato appunto Netto per la scarsità di boschi che lo contraddistingue.

La DOC che disciplina i prodotti ottenuti sulla sue superficie è del 1980, e prevede come base ampelografica il marzemino (chiamato localmente berzemino) per i vini rossi, e il trebbiano di lugana (chiamato anche turbiana) per i vini bianchi.

Benchè i numeri che lo riguardano siano decisamente modesti (li vediamo tra un attimo), il Monte Netto sta vivendo un momento storico di grande fermento e apprezzamento, sia a livello nazionale che sui mercati internazionali.

Ma vediamo alcuni numeri che ci possono aiutare a inquadrare le dimensioni del fenomeno Monte Netto: i comuni che insistono sulla sua superficie sono tre, il capofila Capriano del Colle, Poncarale e Flero; le cantine presenti poco meno di venticinque; gli ettari vitati raggiungono a malapena i 70 e le bottiglie prodotte sono circa 400.000 (giusto per avere un termine di riferimento delle altre zone vinicole bresciane, la Franciacorta produce 18 milioni di bottiglie, Lugana 17 milioni e la Valtenesi 5 milioni).

Tuttavia, nonostante le dimensioni minuscole di questo comprensorio, il Monte Netto è oggetto di grande interesse, tanto che nel 2009 vi è sbarcata un’imprenditrice del calibro di Alessia Berlusconi (primogenita di Paolo e nipote del più famoso zio Silvio) e nel 2019 vi ha fatto acquisizioni la Barone Pizzini, importante realtà franciacortina con cantine anche in Maremma e nel Verdicchio. Senza dimenticare un famosissimo ex calciatore Campione del Mondo, che qui ha le sue origini e la sua cantina.

Ma andiamo per ordine nei tre comuni sopracitati:

CAPRIANO DEL COLLE

Benché sia il meno popoloso dei tre, Capriano del Colle è il Comune che dà il nome alla DOC e quello su cui insiste la maggior quota di territorio del Monte Netto. Arrivando da Cremona, la prima tappa obbligatoria, al centro del paese, è la cantina della famiglia Lazzari, senza ombra di dubbia la principale artefice dei successi dei vini di questo territorio. Particolarmente significativo è il Capriano del Colle Doc Rosso Riserva degli Angeli, il primo rosso da invecchiamento prodotto in zona, vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali.

Uscendo dal cortile dei Lazzari, ci dirigiamo verso il monte e incontriamo dapprima la Santella della Madonna della Neve, con affreschi del Bagnadore, e successivamente la Chiesa Patronale di San Michele Arcangelo, del XVI secolo, e il relativo campanile del 1735. Appena imboccata la strada del Parco ecco la Cantina San Michele, guidata dai giovani cugini Mario ed Elena Danesi. Tra le numerose ottime etichette, citiamo il Capriano del Colle DOC Bianco Otten, un vino bianco da uve trebbiano parzialmente botritizzate prodotto solo in annate eccezionali.

Proseguendo arriviamo alla Tenuta La Vigna, dove la brava Anna Botti produce l’ottimo Nature Ugo Botti, un metodo classico da uve chardonnay rifermentato 50 mesi sui lieviti, teso e persistente.

PONCARALE

Sempre all’interno del Parco, ma nel territorio comunale di Poncarale, ha sede la più grande azienda del Monte Netto, San Bernardo, guidata dai fratelli Enrico e Luigi Botti (cognome molto diffuso in zona). L’azienda è un'antica casa padronale con annessa chiesetta privata dedicata a San Bernardo Abate, che si narra sia rimasto così affascinato dalla tranquillità del luogo da fondarne un convento. Il loro vino di punta è il Montenetto IGT Pons Caralis, uvaggio preponderante di Rebo, Sangiovese e Barbera, strutturato e lunghissimo.

Sempre a Poncarale, di particolare rilievo è il Palazzo Ranchetti, villa cinquecentesca, oggi privata, che fu anche dimora di Agostino Gallo, storico agronomo e autore nel 1564 del fondamentale testo Le Dieci Giornate della vera agricoltura, manifesto della coltura foraggera e precursore del metodo di produzione del Grana Padano. Ci spostiamo di qualche chilometro in direzione nord e arriviamo alla frazione Coler, dove Paolino Rinaldi conduce assieme alla famiglia una trattoria storica, ma soprattutto produce da vigne di proprietà il Moretto, un Rebo in purezza da 16 gradi alcolici di incredibile longevità e concentrazione.

FLERO

Cinquanta metri più avanti della Trattoria della Nonna, ma già in comune di Flero, troviamo la quasi omonima azienda Pratum Coller di proprietà dell’ex calciatore Andrea Pirlo, che proprio nel comune più grande e popoloso del Monte Netto ha avuto i natali. L’azienda pratica agricoltura naturale e produce etichette di grande personalità, a partire dall’Eos, un rosato sapido e corposo.

L’ultimo accenno lo rivolgiamo a Villa Grasseni, in centro al paese, costruzione trecentesca attualmente sede della biblioteca comunale, che ospita all’interno del suo perimetro un vigneto urbano che l’Amministrazione Comunale sta cercando di promuovere e salvare dall’oblio.

Coordinatore Regionale per la Lombardia e Piacenza di Slow Wine

Andrea Fontana


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