5 aprile 2024

Nelle tredici vetrine di via Robolotti diciannove sculture di Mario Coppetti per "un'altra primavera"

Per i nostri vecchi era "strada Cunfeteria", non che si producessero confetti e dolci ma "confezioni di pelle": era la contrada dei conciatori di pelle che usavano l'acqua dellla Cremonella che passava lì per la loro attività. La Cremonella scorre nel sottosuolo e adesso è via Robolotti ed è strada in gran parte di artigiani, non più conciatori ma tanti liutai, botteghe d'arte e di altre attività artistiche e artigiane. Nelle loro vetrine da oggi e fino al 27 aprile si possono ammirare alcune opere di Mario Coppetti. Un grande artista della nostra città, un patriarca di Cremona, un custode e una memoria dell’arte, della storia e dell’impegno civico cremonese. A Mario sarebbe senza dubbio piaciuta l'idea di esporre diciannove sue sculture nelle tredici vetrine delle botteghe di questa strada così carica di storia. Bene ha fatto il professor Rodolfo Bona a proporre alla Fondazione Mario Coppetti (che ha aderito con entusiasmo) questa mostra dal titolo ""un'altra primavera" a sei anni da quella primavera del 2018 in cui Mario Coppetti se ne andava (1913-2018). La mostra è suddivisa in tre parti: "una primavera di libertà", dedicata al 25 aprile che Mario Coppetti ha sempre voluto festeggiare per il grande significato di libertà; "una primavera di dolore e di guerra" per questo aprile segnato dalla tragedia della guerra (le opere esposte ricordano i drammi della Corea, del Vietnam, dell'ex Jugoslavia; infine "una primavera di amore e di speranza" con le opere religiose, le donne, le madri e i bambini. 

Alla presentazione della mostra, nel cortile della casa che fu del grande Claudio Monteverdi, c'era tanta gente che si è riconosciuta negli ideali e nell'opera artistica di Coppetti. Dopo una breve introduzione della figlia, è toccato a Rodolfo Bona ricordare il Mario Coppetti artista la cui arte non è mai stata disgiunta dal suo impegno, dai suoi ideali di giustizia e di libertà. E' stato poi il sindaco Galimberti a portare il suo saluto e la riconoscenza per Coppetti e per chi vuole mantenerne la memoria e ripercorrerne gli ideali. 

Quando Antonio Leoni, direttore e fondatore di "Mondo Padano", propose nel 1986 e in vista dell'anno stradivariano (1987) di realizzare a Cremona "la strada o il quartiere dei liutai", Mario Coppetti aderì con entusiasmo all'idea (lui che si era battuto per far acquistare a Cremona lo Stradivari 1715). Ricordo che insieme a Leoni e a Coppetti abbiamo percorso via Robolotti da via Manzoni fino a via Aselli e insieme sognavano che la strada potesse diventare la strada dei liutai: una strada che, tra l'altro, finiva proprio al Caffè degli artisti (luogo di ritrovo negli anni Sessanta di scultori e pittori cremonesi, colleghi e amici di Coppetti) e al Consorzio della Donna (in piazza dell'ospedale) a cui era iscritto anche Stradivari. Sembrava un sogno. Ma oggi via Robolotti è davvero la strada dei liutai e degli artisti. E nelle vetrine le sculture di Coppetti si sposano perfettamente con i legni, con i quadri e gli strumenti. E' la storia di questa città che continua. (m.s.)


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