11 aprile 2024

Nuovo ospedale di Cremona, terzo workshop confronto tra architetti e sanitari. Degenza: le stanze singole, al bisogno diventano doppie

Nuovo ospedale di Cremona: durante il terzo workshop di confronto fra direzione strategica, architetti e sanitari si è parlato delle aree di degenza che saranno distribuite su quattro piani e organizzate per percorsi di cura ad alta, media e bassa intensità.

«Le aree di degenza, rappresentano un tema centrale della progettazione – afferma Ezio Belleri (Direttore generale Asst di Cremona). Il nuovo ospedale sarà caratterizzato da 457 stanze singole che, nell'80% dei casi e al bisogno, possono essere trasformare in stanze doppie. Questo è un aspetto che ritengo molto importante perché significa che i posti letto potenziali del nuovo ospedale saranno 823 (366 stanze doppie e 91 stanze singole) contro 460 posti letto attivi oggi (stanze a due o quattro letti con e senza bagno). In caso di necessità o di emergenza-urgenza la capienza massima della struttura è decisamente rilevante». Ogni stanza di degenza sarà dotata di tecnologie e massimo comfort per il paziente.

«Rispetto ai percorsi di degenza le tematiche in gioco sono molte - spiega Donato Trioni (Ingegnere Struttura Nuovo ospedale Asst di Cremona) per questo il confronto fra progettisti e sanitari è di estrema rilevanza anche per gli aspetti tecnici e logistici».

 Anche per Roberto Poli (Direttore dipartimento di Salute mentale e dipendenze) l'esperienza dei workshop è un'occasione per trovare nuove sinergie: «Pur facendo lavori molto diversi, questi incontri ci permettono di comprendere i bisogni sociosanitari da molti punti di vista. Trovo che lavorare insieme ai colleghi e ai progettisti per il nuovo ospedale sia una sfida unica e molto interessante».

È d'accordo Erika Viola (Direttore dipartimento chirurgico) che precisa «Questa esperienza ci permette di prevedere e pensare alle esigenze specifiche di professionisti e malati, ma soprattutto di costruire soluzioni organizzative che migliorano i percorsi di cura». Non solo. A migliorare per Antonio Fioravanti (Direttore dipartimento neuroscienze) saranno soprattutto la qualità delle cure: «La progettazione del nuovo ospedale ci consentirà di proseguire sulla strada dell'innovazione intrapresa da qualche anno e di implementare le tecnologie che sono fondamentali per essere attrattivi».

Per Alberto Silla (Direttore Direzione Assistenziale Professioni Sociosanitarie) «I workshop sono un momento di arricchimento professionale: «Ognuno di noi è chiamato a immaginare l'ospedale di domani uscendo dalla propria comfort zone. Un'operazione tutt'altro che semplice, ma sono certo che ce la faremo».

WORKSHOP, SCELTA CONDIVISA

La modalità dei workshop è una scelta condivisa dalla Direzione strategica con l'équipe della struttura Nuovo Ospedale - diretta da Maurizio Bracchi - e con il Team della Mario Cucinella Architects (MCA). Medici, infermieri, tecnici e architetti sono seduti allo stesso tavolo per un confronto costruttivo sul progetto. Lo scopo? Definire nei dettagli la funzionalità della struttura firmata dall'architetto Mario Cucinella.

 


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commenti


Luciano Losi

11 aprile 2024 05:59

Per l’ennesima volta, quando leggo queste argomentazioni, non posso fare a meno di pensare che ci sono due livelli di Sanità: quella ideologica e quella reale, fatta di mancanza di medici, infermieri e diverse altre cose che servono per un efficace andamento, non ultimo un adeguato livello di capacità finanziaria. E non mi si venga a dire che una cosa sono gli investimenti ed un’altra le necessità di gestione: si tratta sempre di spendere soldi, in un Paese che ha un debito pubblico fra i più alti al mondo!

Anna

11 aprile 2024 07:57

Quanti soldi buttati

Manuel

11 aprile 2024 15:26

Sembrano le dichiarazioni che Fantozzi e colleghi dovevano al professor Riccardelli, dopo aver rivisto (apprezzando nuovamente) la corazzata Potemkin.