1 settembre 2021

"Donne di Crema" in foto una mostra da sabato aspettando il libro

Cremasca Docg, fotografa professionista specializzata, ma non solo, nel campo del ritratto e della moda, Monica Antonelli (www.monimix.com) è anche l’ideatrice del progetto artistico “Donne di Crema”. E con lei, volentieri abbiamo scambiato quattro chiacchiere …

Particolare non indifferente: Monica è fondamentalmente una fotoscrittrice squarciante, nel senso che ai suoi ritratti fotografici riesce, ove richiesto ad abbinare scritti, squarci letterari che, guardano dentro e descrivono densamente i protagonisti dei suoi scatti … parlanti. In un mondo fluido, le foto di Monica sono dense. Per la serie “Clamoroso a Crema”, beh nella capitale del Granducato del Tortello, precisamente in quel della Pro Loco (piazza Duomo), da sabato prossimo 3 settembre e fino a venerdì 9, i suoi lavori (non tutti, solo una selezione) fotografici … “raccontati” e dedicati alle donne del Granducato diventeranno un’esposizione, (inaugurazione alle 17), in attesa di diventare poi il 18 settembre un qualcosa di più coinvolgente ed inclusivo (con musica, attimi di poesia e arte) presso il “Palazzo Zurla De Poli”, sempre sulle cittadine rive cremasche del fiume Serio.  

-Cos’è per te la fotografia?

"E’ comunicare, è sognare, è emozionarsi, è … vivere. Fotografo praticamente da sempre, dopo gli studi al Liceo Artistico sono riuscita, attraverso lo studio, la gavetta e le applicazioni Internet, ecco a trasformare la mia passione in una professione. Una volta avevo lo studio a Crema, la mia città, in centro storico, ora lavoro spesso a Milano e non ho più una base fissa, mi affido al noleggio di spazi in base a dove lavoro".

-I tuoi soggetti fotografici?

"Mi occupo in particolare di ritratti fotografici femminili".

-E com’è per una donna fotografare donne?

"Diciamo che gli uomini dinanzi all’obiettivo sono per così dire un pochino leggeri e non hanno particolari problemi. Con una donna è diverso e complicato perché prima di essere fotografata, la donna va indagata, devo insomma vestire i panni della psicologa: mettere il soggetto a suo agio, spogliarla delle sue barriere, rassicurare le sue insicurezze, aiutarla magari ad accettarsi, mettendo seguitamente in risalto le varie, affascinanti, meravigliose e complicate sfaccettature che compongono ogni universo femminile. Coi miei scatti, una volta sopraggiunta la sintonia, studio la donna che è dinanzi a me e scopro sempre aspetti che mi arricchiscono".

-Parliamo di “Donne di Crema”, la tua campagna fotografica che sta impazzando via social e che appunto si appresta a diventare un’esposizione?

"Parlando e poi fotografando … racconto le cremasche che accettano, dopo aver preso un caffè insieme e, dopo esserci conosciute, appunto di parlare, o meglio di raccontarsi con me e in seguito di farsi fotografare. Il set fotografico vero e proprio dura al massimo un quarto d’ora, mentre la fase colloquiale è quella che mi porta via più tempo, ma è pure la parte che mi cattura e mi affascina. Scrivo personalmente i testi da allegare alle foto e, qualora emergono particolari intimi dei miei soggetti concordo con loro cosa scrivere. Conto di arrivare a quota 100 foto – interviste, per il momento sono a 72".

-Che Crema in rosa esce dai tuoi fotoritratti?

"Sto riscoprendo una città bella, viva, propositiva e fatta da donne generose che desiderose di mettersi in gioco, in discussione fanno rete per collaborare e crescere".

-Come scegli i soggetti legati al tuo progetto?

"Ricevo sulle mie pagine social (Monimix, Monica Antonelli), sul sito internet (www.monimix.com) e sul blog (blog.monimix.com) le candidature e da lì parte tutto. Ah … per adesso è un sogno, una suggestione su cui lavorare, ma sarebbe bello se “Donne di Crema” diventasse alla fine un libro, una raccolta di storie di donne, per donne il cui ricavato potrebbe andare a un’associazione al femminile".

-E’ difficile, da autodidatta quale sei, esercitare la professione di fotografa?

"Oggi ci sono tante fotografe, quindi è certamente più facile muoversi, per noi donne in un mondo prima prevalentemente animato e caratterizzato da fotografi uomini".

 

 

Stefano Mauri


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