3 agosto 2021

"Seconda stella a destra" il nuovo libro della scrittrice soncinese Elena Nicolini. Il dramma del Covid vissuto in famiglia

Sono passati anni da quando la scrittrice Elena Nicolini, nata a Genivolta ma ora soncinese doc ha scritto il suo primo lavoro "Nulla è perduto". Ora Elena è una donna di mezza età che ha tanto da dire. “Le biro e i quaderni sono sempre stati la mia passione e, come tante ragazze tenevo un diario segreto che puntualmente mio fratello e mia sorella sbirciavano. Ci sta! Se qualcuno voleva vedermi felice doveva regalarmi un libro”.

Il suo primo lavoro, "Nulla è perduto", che cosa voleva raccontare ?

“L’ho scritto quando aspettavo il mio secondo figlio, Nicola. E’ un omaggio ad Anna, un’amica che ha perso la vita in un tragico incidente, dopo aver vissuto molti anni in Malawi, anni che mi ha raccontato e che ho trascritto in questo lavoro”.

Da qui nessuno l’ha più fermata. Elena è un vulcano e racconta: “Il secondo libro dal titolo, "Il gomitolo di Geni", l’ho imbastito durante il primo lockdown. Ho raccontato degli scorci di vita di Genivolta quando ero adolescente, grazie a Roberta Colombi che mi ha supportato in questa impresa”. 

Elena continua a scrivere  e con "La Fenice di Anghiari" ha raccontato magicamente una storia vera, grazie all’incontro con una signora protagonista del romanzo. La novità comunque sta nel suo ultimo lavoro, "Seconda Stella a Destra", che l’autrice presenterà a Settembre e in anteprima ha voluto parlare dello stesso: “Ho avuto il Covid, ma non un Covid leggero, pesante pesantissimo e mi ha fatto compagnia in questo percorso anche mio marito Gianfranco. In terapia intensiva, se non avessi avuto un quaderno e la biro non avrei potuto superare l’angoscia, il dolore, la malattia. Scrivere per guarire. Scrivere per risalire. Ho pregato, ho scritto, ho pensato ai miei figli, Nicola a casa solo malato e, Chiara in Danimarca, bloccata per lavoro”.

Elena Nicolini la sua personale tragedia del Covid ha deciso di rielabolarla così, nel modo più semplice, a testimonianza che anche dall’inferno si può uscire.

“Non ho mai perso la speranza anche quando il quadro clinico peggiorava. Ogni tanto rigavo il volto di qualche lacrima ma dentro di me sentivo quello spirito guerriero che si agitava e mi diceva di non mollare. Mai, mai arrendersi di fronte alla difficoltà anche a quella più tragica”.

Ci lascia così Elena Nicolini con tanta speranza, quella tenacia a non mollare. Ora il libro è in stampa. Non vediamo l’ora di leggerlo. Vi dico subito che sarà una bomba! Sì una bomba di ottimismo verso la vita e verso le prove che ci regala. 

Roberta Tosetti


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