23 novembre 2021

A2A-Lgh: troppi silenzi, troppe domande senza risposte dal Pd provinciale

Sulla vicenda Lgh-a2a la segreteria provinciale del Pd ha perso una buona occasione per rimanere in silenzio ed evitare banalità, imprecisioni, dimenticanze ed assist a favore di coloro che intendeva mazzolare.

Il comunicato che ha diffuso ieri (Cremonasera) è fumo negli occhi. È bla bla bla, per usare una espressione cara ad un esponente di primo piano del Pd di Crema.

Il territorio non ha bisogno di professorini e di maestrine dalla penna rossa, ma di politici degni di questo nome, con i quali sia possibile discutere e confrontarsi. Il comunicato va nella direzione opposta.

Spiegare che «la richiesta degli atti deliberativi societari afferenti l’accordo di partnership a2a-Lgh, avanzata al Comune di Cremona e ad SCS Spa, da parte della Procura della Repubblica presso la Corte dei Conti è un atto istruttorio e non una sentenza di condanna» è pleonastico. È un segnale della sindrome del più uno, tipica di quelli che si reputano onniscienti e delegati dal padreterno - loro modello di riferimento – ad istruire il resto del mondo.  Con espressione popolare, sono quelli che ti fanno la spiega, ma non capisci il motivo, il perché di tanto zelo in quanto tutto ti è già chiaro. Li lasci però parlare e loro sono contenti.

Da quando è uscita la notizia dell’interessamento della Corte dei Conti alla vicenda, nessuno ha mai sostenuto la colpevolezza di chicchessia e tanto meno pronunciato condanne giustappunto per evitare l’accusa di profeti di sentenze e di giustizialisti pronti a bruciare sul rogo anche incolpevoli prostatici che fanno pipì fuori dal vasino. 

Sottolineare che «Le istituzioni ed i soggetti coinvolti documenteranno per filo e per segno le premesse ed i contorni della operazione di partnership le due società, unitamente a tutti gli studi, le consulenze, le due diligence, i pareri legali e pro veritate, acquisiti in questi anni, per lo più allegati negli atti, per sostenere l’operazione e la sua correttezza tecnico amministrativa» è scontato. Chi è al centro della verifica collabora con l’autorità che controlla. Può avvalersi della facoltà di non rispondere, ma non è prevista con la Corte dei conti.  Ovvio. Lapalissiano.

Spiegare che «il contesto normativo in cui si è svolto questo passaggio è complesso e presenta dei vuoti che sono colmati da una giurisprudenza non sempre unanime nel trattare la disciplina delle operazioni straordinarie che coinvolgono società pubbliche come Lgh, specie nei tempi nei quali l’operazione fu costruita, nel 2015/2016» è dare aria alla bocca. «E allora?» direbbero al bar.

Il comunicato prosegue con il Cantico dei cantici della storia d’amore prima tra Lgh e a2a, poi di entrambi per il nostro territorio. Un triangolo perfetto. Un ménage à trois che «dispiega vantaggi anche sul piano dei risultati concreti per le nostre comunità». Come il mancato rispetto di Linea gestioni, controllata da Lgh, degli accordi contrattuali sul calendario rifiuti e la conseguente protesta dei sindaci cremaschi (Cremonasera, 14 settembre 2021).  Una sciocchezzuola, un nonnulla, irrilevante nella complessità del contratto, ma coincidenza vuole che l’intralcio si sia verificato dopo che il 51% di Lgh era stato ceduto ad a2a. Un segnale.

Poi la sviolinata. «Non si può ignorare il fatto che in seguito all’accordo tra Lgh e a2a, sono stati e saranno investiti decine di milioni di euro l’anno sui nostri territori, risorse che la sola Lgh non sarebbe assolutamente riuscita a mettere in campo e  a cascata, altri effetti positivi derivanti da questi investimenti: 58% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; 35% di calore prodotto da fonti rinnovabili; raccolta differenziata a quasi l’80%, un risultato che ci pone a livello di eccellenza europea». Nell’attesa di vedere questi investimenti milionari, non sarebbe stato un peccato precisare che l’elevata percentuale di raccolta differenziata nel Cremasco è una prassi che dura da anni. Una medaglia sul petto da quando Lgh era nubile e non ancora promessa sposa di a2a.

Non poteva mancare l’intemerata. «Quelle forze politiche che lanciano strali sull’operazione di partnership e si muovono con gli esposti dovrebbero prospettare alternative altrettanto valide a questo modello, viceversa le loro critiche non possono essere minimamente considerate costruttive».  Insomma non disturbare il manovratore. Come sui tram. Spiace per la segreteria del Pd, ma i monelli scassapalle sono stati ascoltati dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).  Se ne deduce che le polemiche non sono corrette solo se vengono dal Pd. Per ora non detiene il monopolio della protesta e non è ancora stato eletto giudice per decidere sulla validità di una contestazione o meno.

Poi la predica finale: «Chi proferisce anatemi rispetto all’operazione dovrebbe dirci invece come pensa di trovare le risorse da investire sul territorio per potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili, come crede si possa sviluppare un’economia circolare, che dia seguito agli alti livelli di raccolta differenziata e consenta di ridurre il consumo di risorse, come ritenga che il nostro territorio possa rimanere competitivo di fronte alle sfide della globalizzazione, quale contributo vorrebbe dare per l’attuazione del Piano Energetico Ambientale per la nostra provincia. Tutte domande strategiche a cui va data risposta e alle quali, evidentemente, alcuni non sanno rispondere preferendo le polemiche».

Il Pd difetta di memoria. Un documento, firmato da 38 sindaci della nostra provincia lo scorso febbraio, ha chiesto lo stop dell’iter relativo al Piano Energetico Ambientale avviato dal Comune di Cremona con Lgh, Aem e Padania Acque. (Cremaoggi, 11 febbraio 2021). E il sindaco di Cremona è di area Pd.

E adesso alcune domande.

Perché nel documento Pd non si cita la delibera dell’Anac che boccia la cessione del 51 per cento di Lgh ad a2a?

Perché non vengono ricordate le due sentenze del Tar che respingono altrettanti ricorsi contro tale sentenza?

Perché non sono documentate le decine di migliaia, forse centinaia di euro pubblici investiti per le varie diligence, i pareri pro veritate, le consulenze di parte utilizzate per avvalorare l’operazione, poi sverniciata da Anac, arbitro al di sopra delle parti?

Perché non si è fatto menzione che l’Astem di Lodi, socio di Lgh, è dubbiosa sul matrimonio, in quanto un parere pro veritate da lei richiesto sostiene che la procedura per la fusione è poco ortodossa?

Perché non è stato detto che il sindaco di Cremona ha respinto un invito alla prudenza di quattro consiglieri comunali, ma ha mostrato i muscoli e ha proseguito imperterrito sulla strada della fusione? (Cremonasera, 21 novembre). Avanti Savoia!

Perché il Pd non ha riportato che a2a è quotata in borsa e che il 25,4% del flottante in mano a investitori istituzionali è detenuto da investitori statunitensi, il 18,8% da investitori italiani, il 14,1% da investitori britannici e l’8,5% da investitori con sede legale in Lussemburgo. Sono inoltre presenti investitori istituzionali francesi (8,4%), olandesi (4,1%) e tedeschi (3,4%)? Tutta gente che del territorio non frega nulla. Frega molto la distribuzione dei dividendi e la quotazione dell’azione a2a.

Perché non è stato ricordato l’accordo di a2a con il fondo francese Ardian. Prevede la creazione di una newco controllata al 55% dalla stessa a2a e al 45% dal fondo medesimo, criticato dalla lega (Giornale di Brescia, 24 luglio). Cosa c’entra? Conferma che a2a è su un altro pianeta rispetto al nostro territorio.

Perché il Pd si è dimenticato delle origini delle partecipate (Cremonasera, 21 novembre) nate per calmierare i prezzi e non per essere quotate in borsa? Non per distribuire dividendi. Non per adattarsi alla logica del capitalismo esasperato. 

Perché il Pd, che dovrebbe essere di sinistra, ha scelto il business, la borsa, i fondi di investimento?

Perché da padroni si è deciso di regredire a scendiletto? 

Perché non hanno informato che, essendo a2a quotata in borsa, l’accesso agli atti anche per tutte le società ad essa collegate è un’impresa biblica? La risposta del liquidatore di Scrp  che nega al consigliere regionale Marco degli Angeli la documentazione su Scrp -  richiesta il 29 settembre scorso - è illuminante.

Un comunicato con le risposte meriterebbe applausi e tanto di cappello. Senza polemica e con spirito dialettico. Per costruire.

Si ritorni a fare politica. Il territorio ci guadagnerebbe. 

 

Antonio Grassi


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