24 novembre 2021

Perché la Festa del Torrone non può essere un evento come gli altri

Tanti anni di ricordi e tante cose fatte e accadute, ma la Festa del Torrone ha un posto speciale nella memoria. Da quella prima volta del 1996, quando Palmiro Donelli mi chiamò, un giovedì, chiedendomi semplicemente" Vieni sabato a fare la Festa del Torrone" a oggi, quando migliaia di persone si riversano nella nostra città ripentendo ogni anno un successo che è davvero straordinario e, per certi versi, sempre sorprendente. Per molti anni fu un evento tutto gestito da poche persone, con pochissimi partecipanti, tutti cremonesi , a cui toccava felicemente reggere l'arrivo di una folla che non è nulla paragonata a quella di oggi, ma comunque enorme se si pensa che eravamo partiti in 5 e per diversi anni non arrivammo ad essere in 10. 
NOI CI ABBIAMO SEMPRE CREDUTO, e francamente il Torrone d'oro lo meriteremmo anche noi bottegai cremonesi, che siamo stati piccoli mattoncini su cui negli anni si è costruita una Festa davvero straordinaria. Con una battaglia per noi memorabile, ottenemmo di rimanere indipendenti da qualsiasi società avesse avuto il compito di organizzare la Festa, ed è per questo che i TIPICI DI CREMONA stanno da sempre nel Cortile Federico II, portando con orgoglio la bandiera della cremonesità. Le migliaia di persone che arrivano sono felici sia di incontrare noi, che raccontiamo gli Isolini di Isola Dovarese, i graffioni di Casalbuttano, l'Ufela di Calvatone, le torte di Torrone di Vescovato, il torrone classico cremonese Ad Libitum di Cremona, sia i mercanti che arrivano da ogni parte d'Italia con i loro prodotti e le loro specialità. 
Personalmente, ma credo anche i colleghi, come faccio da sempre ho passato 9 giorni a spiegare a tutti, cento e cento volte, come è fatto il vero torrone classico, come è fatta la mostarda, come è fatto e come si cuoce il cotechino. Una fatica, ma mi sono sentita orgogliosa di farlo, nel nome della mia identità, nel nome della mia città. Chi arriva da altre città vuole verità, vuole sapere, vuole essere parte di una realtà: non gli basta il mercato, non gli basta lo spettacolo. E' importante non dimenticare che siamo tutti testimoni di una storia, e tutti siamo responsabili di quello che facciamo e di come lo facciamo. 
Io credo fermamente che l'obiettivo fondamentale da perseguire è che chi riparte da Cremona lo faccia con una conoscenza maggiore, con la percezione della bellezza di questa città, con il piacere del gusto delle nostre cose. Ogni dettaglio è importante e ciascuno ha un ruolo nel disegnare il futuro di questa città. 
La Festa è una opportunità straordinaria, ma fare piena la piazza non basta. Ci deve deve essere volontà di accoglienza, condivisa e diffusa; produzione innovativa, idee in movimento. Deve essere generato un nuovo sistema economico e culturale e questo, dopo 25 anni, non è una opzione. E' UN IMPERATIVO.
O una opportunità grandiosa si ridurrà a una festa come tante altre.

Patrizia Signorini


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commenti


harry

24 novembre 2021 11:04

Mi perdoni, la festa è una opportunità straordinaria, innegabile, ma, forse, non era il caso di fare piena la piazza quest'anno.

Mauro Tironi

29 novembre 2021 16:07

Gli interventi di Patrizia sono sempre esemplari, ben costruiti e con argomentazioni assolutamente condivisibili.
Chissà, magari un giorno avrà anche voglia di aggiungere un nuovo impegno alla sua vita quotidiana e la troveremo, appassionata come ora, su qualche scranno comunale.
A lei, forse, non lo auguro. A Cremona e ai cremonesi, sì.

Agostino Melega

30 novembre 2021 18:17

Si vede che la mia fantasia mi ha creato un brutto scherzo, perché mi ha convinto, evidentemente a torto, di aver ideato, curato e gestito la prima Festa del Torrone. Sì, probabilmente è un sogno indisponente... Ed anche le lunghe trombe (le chiarine) in mano alle statue degli angeli, sulla facciata del Duomo, appartengono a questa fantasia onirica. Sono una bufala! E così pure il fatto che la Fortitudo Mea (società creata apposta per quell'evento) le abbia regalate a mons. Franco Tantardini, per aver messo gli organizzatori in contatto con l'Università della Sorbona di Parigi, al fine di saperne di più del giorno in cui il torrone fu presentato per la prima volta al banchetto di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza nell'ottobre del 1441... Sì, dovrò fare una cura di olio di merluzzo a questa mia memoria così fragile e fumosa...