26 marzo 2024

Sound of freedom: il discusso film americano sul traffico di minori è sbarcato a Cremona. E va visto

Ieri sera finalmente sono riuscita a vedere “Sound of freedom” al Cinema Chaplin di Cremona, dove rimarrà in programmazione ancora per diversi giorni (a proposito, che belle le sale “di una volta”, teniamole d’acconto!). Il film sarà proiettato anche al Cinema Don Rosa di Ostiano domenica 31 marzo, lunedi 1 e martedì 2 aprile.

Uscito un poco alla volta nella sale italiane dallo scorso mese di febbraio e tuttora in circolazione in molte città, la pellicola prodotta da Eduardo Verástegui e Mel Gibson si è rivelato uno dei casi cinematografici americani dello scorso anno, sostanzialmente per due motivi: il tema scabroso (la tratta dei minori, oggi a quanto pare il principale - oltre che il più atroce - business a livello mondiale) e il record di incassi al botteghino grazie al passaparola degli spettatori. 

Al di là dello svolgimento della trama in stile “action movie” e della caratura degli interpreti (non solo Jim Caviezel, che abbiamo conosciuto nello straordinario film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson, ma tutti gli altri personaggi sono all’altezza della situazione, a cominciare dai bambini) questo film vuole essere un film di denuncia di quello che oggi ha battuto persino, in termini di volume d’affari, il traffico di armi e di droga: il traffico di minori a scopi pedopornografici appunto. 

Si stima che ogni anno nel mondo scompaiano milioni di bambini e bambine, decine di migliaia al giorno. Anche in Italia - si legge nelle note di presentazione del film - il fenomeno è drammatico. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2022 i minori scomparsi sono stati in totale 17.130, di cui 13.002 stranieri e 4.128 italiani. Di questi ultimi 1.073 non sono stati più ritrovati.

Dati agghiaccianti, a cui non si pensa mai e di cui non si parla mai, e che inducono ad un’amara constatazione. Quante volte ci impegniamo a spiegare ai nostri bambini, che  siano figli o nipotini, che i mostri non esistono, che i vampiri non esistono, che non bisogna avere paura del buio. E invece i mostri esistono, eccome. E sono sempre di più. E questi mostri, che “Sound of freedom” ci sbatte in faccia dalla prima all’ultima scena, devono far paura a noi adulti, come viene messo in evidenza nel film dalla domanda che il protagonista rivolge alla moglie: “Immagina di entrare nella sua stanza ora e di vedere il suo letto vuoto, cosa faremmo?”

Impossibile non provare ribrezzo e angoscia al pensiero che ogni giorno bande di piccoli e grandi criminali tramano per svuotare i lettini di bambini innocenti, al fine di soddisfare le voglie perverse di innumerevoli ricchi pedofili, alimentando così un traffico tanto atroce quanto remunerativo. 

Sound of freedom” ha la forza di basarsi su una storia vera, ma storie così tragiche fanno parte ormai della quotidianità e su questo occorre riflettere molto. E per questo business, che coinvolge anche il nostro Occidente libero e democratico (che spesso ipocritamente non perde occasione per fare la morale a tutto il resto del mondo) non dovremmo chiudere occhio la notte. 

Due momenti del film mi hanno colpito molto. La frase perentoria del protagonista: “I figli di Dio non sono in vendita” (che racchiude in poche parole tutto il senso del film) e il finale della pellicola in cui si afferma che la piaga della schiavitù è più diffusa oggi nel mondo rispetto a quando la schiavitù era legale. Sembra incredibile ma pare proprio che sia così. 

Ecco, andate a vedere questo coraggioso film (qui trovate tutti i cinema e le date delle proiezioni in costante aggiornamento) e pensate ai vostri figli, ai vostri nipoti, ai bambini che incontrate ogni giorno al parco, all’asilo, al supermercato o in un campetto da calcio. 

Andate a vederlo e capirete fino in fondo di cosa sto parlando. 

 

Cristina Cappellini


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