23 settembre 2023

Cattedrale di Crema, un organo a canne per il Capitolo. Lo strumento, concesso in comodato da un socio del Rotary Club Crema

Grande novità per il Duomo di Crema: settimana prossima, nella chiesa madre della diocesi arriverà un piccolo ma prezioso organo a canne. Sarà impiegato principalmente per l’officiatura capitolare, che si svolge quotidianamente dal lunedì al sabato, alle ore 8, e sancirà il “pensionamento” dello strumento elettronico finora utilizzato in sostituzione del grande organo “Tamburini” smontato lo scorso decennio. La presentazione avverrà domenica 1 ottobre, alle 12, quando Nicola Dolci – il musicista sergnanese che lo scorso anno ha conseguito il secondo posto al prestigioso concorso organistico internazionale di Groningen, in Olanda - illustrerà le caratteristiche dell’organo e ne presenterà in concerto le sonorità. Il giorno successivo, alle 8, inizierà il suo servizio all’officiatura capitolare delle 8, e all’occorrenza anche in altre celebrazioni. Liturgie, dunque, ma non solo. Nel mese di ottobre lo strumento diventerà protagonista di una serie di eventi culturali che valorizzeranno ulteriormente la Cattedrale, e il cui programma sarà presentato nei prossimi giorni. Intanto, per le celebrazioni festive continuerà a risuonare un altro organo a canne, sempre di proprietà privata e in Duomo già da tempo, la cui conformazione non lo rende visibile dalle navate della chiesa.
 
Il progetto - l’arrivo dello strumento e gli eventi culturali che seguiranno - è stato reso possibile dalla collaborazione tra la Cattedrale e il Rotary Club Crema, un cui socio ha messo a disposizione l’organo in comodato gratuito, e si lega alle iniziative che i due enti stanno promuovendo per musealizzare il campanile del Duomo con l’obiettivo di aprirlo stabilmente al pubblico.
Lo strumento – spiega Filiberto Fayer, presidente del Rotary Club Crema – è piccolo, ma di altissima qualità. Per questo, dopo approfondite riflessioni con il presidente del Capitolo, don Ersilio Ogliari, il quale a sua volta si è confrontato con il vescovo Daniele Gianotti e i canonici del Capitolo, la Cattedrale ne ha accettato con entusiasmo il comodato, stringendo ulteriormente i rapporti con il nostro sodalizio che da sempre è vicino al Duomo”. Realizzato nel 2006 da Giuseppe Tisi di Montichiari (Brescia), il “positivo” – questa la tipologia dell’organo in questione –, con i suoi 4 registri e un suono brillante ma non invasivo, è particolarmente adatto ad accompagnare l’officiatura capitolare: una celebrazione con molti interventi cantati, e una partecipazione in presenza abbastanza ristretta ma notevolmente allargata dalla diretta audio e video di Radio Antenna 5. Il registro di “bordone 8”, il timbro più caratteristico dell’opera di Tisi, si presterà molto a sostenere la declamazione intonata dei salmi, mentre il “flauto 4” aggiungerà corposità di suono ai ritornelli dei canti comuni. La “decimaquinta”, registro decisamente brillante, spesso accompagnerà insieme agli altri due la processione iniziale della liturgia e i canti (o ritornelli di canti) più solenni, mentre il “flauto in duodecima” darà vita a intermezzi musicali di grande suggestione. La piccola pedaliera permetterà poi di raddoppiare le note gravi suonate dalla tastiera, aumentando il fondamento armonico e producendo così un suono più pieno e pastoso. Sono tre le particolarità di pregio rivestite dall’organo: il fatto di avere sonorità particolarmente brillanti, quello di essere realizzato interamente in legno (canne comprese) e quello di essere stato interamente decorato a mano, in stile settecentesco, dal clavicembalista, organista e artista a tutto tondo Michele Barchi, che nel 2006 risiedeva poco distante da Montichiari. E attenzione: neanche a farlo apposta, sullo strumento fanno bella mostra in rosso e oro le immagini degli strumenti musicali citati nei salmi, le composizioni che risuonano quotidianamente in Cattedrale all’officiatura capitolare. Ecco allora una macchina musicale bella non solo a sentirsi, ma anche a vedersi.
 
Negli ultimi 10 anni, e fino all’altro giorno, lo strumento ha impreziosito la chiesa di Nostra Signora d’Europa al Passo Campo Carlo Magno, sopra Madonna di Campiglio (Trento), e lì è stato suonato da musicisti di fama mondiale: per citarne uno, Josep Solè Coll, primo organista della basilica di San Pietro in Vaticano e organista per le celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. “Il nostro socio – spiega Fayer – è molto legato a quella località, ma ora ha prevalso in lui il desiderio di dar lustro al nostro Club e alla nostra Cattedrale, anche per via del boom turistico che sta vivendo la città”.
Al momento, non è possibile prevedere per quanto tempo quest’organo rimarrà in Duomo. Certamente si tratta di una soluzione provvisoria, destinata prima o poi a cedere il posto a uno strumento più grande. Ma in attesa del “prima o poi”, il vuoto per ora è colmato.
 
L’officiatura capitolare
 
L’officiatura capitolare è la preghiera comune dei canonici, ovvero dei sacerdoti che – collegialmente riuniti nel Capitolo della Cattedrale – assolvono alle funzioni più solenni del luogo di culto, e che con la loro liturgia quotidiana pregano a nome dell’intera Chiesa locale. Nel Duomo di Crema, la liturgia capitolare si celebra ogni giorno, dal lunedì al sabato, alle ore 8, e prevede il canto delle “Lodi mattutine” (tre salmi più il cantico di Zaccaria (“Benedictus”) unito alla celebrazione della Messa. Particolarità della nostra Cattedrale, è il fatto che il vescovo Daniele Gianotti – se non è impegnato in altre celebrazioni nelle varie parrocchie della diocesi – presiede personalmente questa celebrazione, attorniato dai canonici. A oggi, compongono il Capitolo della Cattedrale don Ersilio Ogliari (presidente), don Giuseppe Pagliari, don Francesco (detto “Franco”) Bianchi, don Giacomo Carniti, don Isacco Dognini, monsignor Pier Luigi Ferrari, don Angelo Frassi, don Emilio Lingiardi, don Gianfranco Mariconti, don Giuseppe Pagliari, don Remoaldo (detto “Remo”) Tedoldi.
 
L’organo “positivo”
 
L’organo che arriverà in Duomo è detto “positivo”. L’aggettivo sta a significare che si tratta di uno strumento di dimensioni ridotte, che non è stabilmente incorporato in un edificio (come i grandi organi che vediamo solitamente nelle chiese) ma che  con le dovute accortezze può essere “posato” là dove serve. Nella storia della musica, esiste un organo ancora più piccolo, detto “portativo”: in questo caso, lo strumento è pensato per essere addirittura imbracciato dall’esecutore (o posato sulla sua gamba, alzata da uno sgabello), e utilizzato per accompagnare cortei o processioni. Le sue origini risalgono al medioevo, ed è la prima tipologia di organo venuta a esistere.   
 


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