7 marzo 2021

Un busto a Walter Benzoni nel viale degli artisti

Il viale degli artisti nel cimitero di Cremona presto si arricchirà di un nuovo busto, quello di Walter Benzoni, scomparso alla fine di agosto del 2019, realizzato dallo scultore Giovanni Solci. La proposta, sostenuta da vari gruppi culturali e compagnie teatrali, verrà presto presentata dalla moglie Ornella Righelli in Comune. Benzoni è stato instancabile protagonista della scena teatrale per oltre mezzo secolo. Nato il 2 marzo 1929 non si era mai voluto allontanare dal quartiere di via Aselli , dove tra il teatro Filodrammatici ed il teatro Monteverdi, per scelta etica, si è svolta la sua attività artistica, rigorosamente in forma “dilettantistica”, ma di una qualità superba che nulla ha mai avuto da invidiare al professionismo. Faceva parte di quel gruppo di giovani che, negli anni dell’immediato dopoguerra, aveva visto nel teatro la possibilità di una rinascita umana e culturale dopo gli anni bui della dittatura fascista. I primi passi nel teatrino di San Michele fino a quando ad accorgersi delle sue grandi capacità interpretative fu Gian Biazzi Vergani: era la sera del 31 marzo 1951 e nel teatrino del Gruppo Artistico Leonardo, allora ubicato nel palazzo dell’arte, faceva il suo esordio la compagnia del nuovo teatro Stabile di Cremona affidata alle cure di Adriano Vercelli, direttore artistico del gruppo milanese “la Giostra”, invitato da alcuni appassionati su segnalazione del direttore del Piccolo Teatro Paolo Grassi. Vercelli aveva deciso di rappresentare “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello presentato in due versioni, una romantica e l’altra surreale, come saggio degli allievi della scuola di recitazione. Tra di loro comparivano i nomi di due giovani interpreti che poi faranno la storia del teatro cremonese: Oscar De Marchi e Walter Benzoni. Nel frattempo, grazie a Silvano Bottoni, era rinata nell’ambito della Società Filodrammatica, la compagnia “Stefano Foletti” che nel 1953 aveva messo in scena “Arsenico e vecchi merletti” di Kesserling. Nello stesso anno, la sera del 24 gennaio, si assisteva al canto del cigno del Teatro Stabile con la ripresa di “Assassinio nella Cattedrale” di Eliot, per la regia di Edoardo Vercelli, e l’aiuto di un altro grande nome della cultura cremonese, Maspero Gatti. Terminata l’esperienza del teatro Stabile da un lato e della “Stefano Foletti” dall’altro, il gruppo di attori guidato da Vercelli costituiva nell’ambito della Società Filodrammatica la “Compagnia delle tre parrucche” e la scuola di recitazione “Luigi Carini”. Walter ne era protagonista indiscusso fin dall’esordio con “Lotta fino all’alba”di Ugo Betti nel 1957, per poi trovarlo nel 1958 con “La natività di Cristo”, prima prova della Carini. E da allora in una serie infinita di spettacoli fino al 1967, quando terminerà l’esperienza della Filodrammatici con l’addio di Vercelli e, da un gruppo di suoi attori nascerà Il Gruppo Studio di Teatro che per quarant’anni segnerà in modo indelebile la vita del teatro cremonese. Dopo la conclusione dell’esperienza con il Gst Walter continuò ancora per anni a far teatro con la Società Filodrammatica e con la moglie Ornella.

Fabrizio Loffi


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commenti


fabio

7 marzo 2021 20:13

Date per certa una proposta che deve ancora essere approvata. Non è prematuro?

Ornella Righelli

10 marzo 2021 12:17

Grazie,soprattutto per avere
Ricordato i primi anni della sua carriera , poco conosciuta dai cittadini cremonesi
Mi auguro che il Sindaco e la Commissione Toponomastica
Diano il proprio benestare alla richiesta
Walter a detta di tutti si merita questa onorificenza
Grazie Fabrizio