9 febbraio 2021

Un “cold case” a Mantova fa riscoprire il miniaturista Gerolamo da Cremona

Mantova ha riscoperto poco prima di Natale, il messale di Barbara di Brandeburgo dipinto da Gerolamo da Cremona. Ma chi era costui?

Per molti che abitano in città via Gerolamo da Cremona è solo una strada che parte all'altezza delle due colonne. Qui corso Mazzini si biforca diventando a sinistra corso Matteotti e a destra via Gerolamo da Cremona. Ma chi è Gerolamo? Di lui si sa davvero poco. Per il Vasari fu “miniatore assai valente” ma operò sempre fuori dalla sua città: forse a Milano, poi a Mantova dove fu influenzato dal Mantegna, poi a Siena. Nella città dei Gonzaga completò il Messale di Brandeburgo con miniature a piena pagina chiamato dal Mantegna poi lavorò a Siena dove realizzò i cuoi capolavori a fianco di un altro grande artista Liberale da Verona. I codici miniati di Gerolamo sono custoditi in buon numero alla magnifica Libreria Piccolomini. Altri suoi capolavori sono custoditi al “Victoria e Albert Museum” di Londra, alla Biblioteca Nazionale di Firenze, alla Cattedrale di Chiusi. A Cremona non risulta nessuna sua opera anche quasi certamente potrebbe aver frequentato la grande scuola di miniaturisti nata attorno alla Cattedrale con amanuensi e alluminatori che ha visto all'opera i fratelli Gadio (Gian Pietro e Giovanni), Antonio Cicognara, Alessandro Pampurino, Baldassare Coldiradi e Lorenzo Fodri, autori dei magnifici codici del Duomo.

Ma torniamo al “giallo” di questi giorni. La storia inizia più di un secolo fa. Addirittura nel 1913, quando una delle più belle opere miniaturistiche del '400, il Messale di Brandeburgo del duomo di Mantova, fu depositato al Palazzo Ducale a seguito del furto di alcune pagine rubate strappate dal magnifico libro. Diverse pagine erano quelle dipinte da Girolamo da Cremona poi rintracciate e ricongiunte al codice nel 1935. Il messale era stato iniziato da Belbello da Pavia e terminato dal nostro Girolamo, quasi a contraddistinguere il passaggio dalla cultura tardogotica a quella rinascimentale. Belbello era un grande artista ma bizzarro nel carattere e dai costumi molto discutibili (fu condannato per sodomia). Dopo le decorazioni, restavano da realizzare le miniature a tutta pagina (la Natività, l'Adorazione dei pastori, la Crocifissione, l'Ascensione, Ognissanti, la Nascita di San Giovanni e quella di Maria). A corte lavorava Andrea Mantegna e fu lui a chiamare Gerolamo da Cremona a completare il lavoro che lo realizzò ispirandosi proprio al grande pittore.

Nel 1983 il Messale fu restituito alla Curia mantovana. Ma la novità di questi giorni è che altri codici miniati, a rischio furto, nel 1913 furono depositati a Palazzo Ducale, anche allora cassaforte di sicurezza per le opere a rischio. Poi la guerra mondiale e quei preziosi codici caddero nel dimenticatoio. Fino a quindici giorni fa, quando, con l'aiuto della Questura di Mantova e degli studiosi del Ducale, sono riemersi dai magazzini. “La vicenda dei cinque Corali – spiega il direttore di Palazzo Ducale, Stefano L'Occaso – era in larga misura misteriosa: ne conoscevo i tratti salienti da pochi anni, ma mi mancavano alcuni dati essenziali per ricostruirne la storia. I corali sono meravigliosi, portano miniature dei secoli XIV e XV; uno ipotizzo possa essere stato addirittura decorato agli inizi del Trecento, da un artista già di cultura giottesca; due furono realizzati per il cardinale Francesco Gonzaga – vi compare il suo stemma – da un miniatore milanese, Erasmo Della Strada. Sarà necessario studiarli con attenzione, sono esattamente come ci sono stati consegnati nel 1914”. Appena possibile tutti i codici saranno depositati all'Archivio Storico diocesano di Mantova. Grazie al Tribunale di Mantova e all'Archivio di Stato guidato dalla dottoressa Tamassia, è stata ricostruita la vicenda giudiziaria dell'epoca. Il furto avvenne all'interno della Cattedrale prima del 1913. Venne casualmente scoperto a seguito del rinvenimento, in Germania, di due dei Corali rubati che vennero in seguito restituiti all'Italia. Indagando sul tentativo di ricettare gli altri corali presso un antiquario di Reggio Emilia. Il Delegato di Pubblica Sicurezza del Commissariato di Mantova, nel febbraio 1914 sequestrò i Corali e li consegnò alla direzione di Palazzo Ducale in custodia giudiziale, denunciando tre persone per il furto e il tentativo di ricettazione. Il tribunale di Mantova condannava i tre imputati e disponeva la restituzione dei corali alla Curia.Cosa mai avvenuta fino a dicembre del 2020. Dopo il furto alcune miniature vennero tagliate dai codici e mai più ritrovate, probabilmente sono finite in qualche collezione privata.

M.S.


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