18 novembre 2021

Abbattere le piante, una sconfitta dei cittadini

L’abbattimento delle piante a Cremona non è una vittoria dell’amministrazione in carica, ma una sconfitta dei cittadini. Da parte dell’amministrazione c’erano gli strumenti per realizzare il proprio progetto, alla cittadinanza questi invece sono mancati non certo per colpa propria, ma per un succedersi di eventi che, di fatto, l’ha estromessa dal dibattito.  Si ricorda infatti come non sia stato possibile  un confronto a causa di una superficiale quanto parziale informazione. Inoltre, si deve osservare che a chi dimostrava contro l’abbattimento  non  sono solo mancati i tempi necessari per effettuare verifiche, ma soprattutto queste non sono state consentite. Ciascuno, ripercorrendo la vicenda, esprima un proprio giudizio.  Sconfitta? , ai cittadini non si può certo negare l’onore delle armi. 

È comunque inutile stracciarsi le vesti: la dietrologia è consolatoria, ma è poco efficace.  Non si può però dimenticare che la storia insegna. Per cui forti della recente esperienza, è necessario puntualizzare  la posizione di chi il verde a Cremona lo vuole non per mera questione estetica, che per altro sarebbe più che legittima, ma perché le piante sono un necessario baluardo per la salvaguardia dell’ambiente contro l’inquinamento atmosferico.

Si ritiene che sin da ora l’amministrazione debba fare proposte concrete alla cittadinanza circa una piantumazione confacente alla natura del territorio, una manutenzione programmata e non ultimo scelte oculate per la salvaguardia dell’esistente.  Questo è il primo passo cui deve seguire un confronto con la cittadinanza che fruirà di interventi che per anni determineranno il nostro paesaggio urbano, che molto più propriamente si deve definire habitat.

Ma alle promesse debbono seguire i fatti. È mera utopia o è elementare proposta di partecipazione democratica?.

Un dato concreto non può passare in silenzio: l’inquinamento dell’aria viene fattivamente contrastato dalla presenza di alberi ad alto fusto. A tutti sono note le attuali condizioni ambientali della Città e altrettanto è noto come nessun impegno concreto  sia stato preso per contrastare un disastro che purtroppo è già in atto. Si dirà che la nostra città condivide con altre il primato dell’inquinamento. In vero, la posizione di Cremona è fra le peggiori. Si dirà pure che l’incuria delle piante risale ad amministrazioni precedenti, ma quella attuale non è certo recentissima. Se il “mal-comune” non può ritenersi  “mezzo gaudio”, va ricordato che le amministrazioni sono responsabili delle condizioni di vita di una popolazione che chiede democraticamente d’essere ascoltata e, perché no, rispettata. Si dirà pure che questi argomenti sono “triti e ritriti”, ma la sordità è un fenomeno che va contrastato alzando, sempre con educazione, la voce. Il bene comune vien ben prima di convenevoli che neppure verrebbero compresi.  

Per questo è doveroso raccogliere le lamentele dei cittadini che non sono presenze anonime della città, ma attestano la propria volontà d’essere informati attraverso una comunicazione che argomenti le possibili scelte dell’amministrazione,  A quest’ultima l’onere di dimostrare la bontà e la fondatezza delle sue scelte che tutti quanti vorremmo che fossero prima proposte e solo successivamente “scelte”. Gli slogan li lasciamo volentieri alla pubblicità! Riprendere temi già noti non costituisce una ripetizione tediosa. Tale potrebbe diventare se non venisse debitamente ascoltata.

Veniamo al dunque:

- Troppi cittadini lamentano la mancanza di cura per il verde. Alberi, che avrebbero necessità d’essere potati,  hanno  robusti rami  che sfiorano, per usare un eufemismo!,  le  facciate e talvolta sovrastano i tetti.

-  Il recente abbattimento è stato massiccio mentre avrebbe dovuto essere dilazionato nel tempo creando le condizioni per una nuova puntuale piantumazione che sostituisse gli alberi tagliati e divenuti così  solo legna da ardere. 

-  In vero, molti viali sono stati ridotti a strade prive di una propria identità. Certamente in questi giorni non c’è il “disagio” delle foglie a terra, ma c’è ben altro disagio:  un’incuria dove la sporcizia è il segno più evidente di mancanza della dovuta attenzione. 

- Inoltre, non si può ipotizzare di sostituire le piante abbattute con altre e poi non provvedere alla necessaria e doverosa cura. Le piante abbisognano di personale veramente preparato che proponga quali essenze vadano piantumate, ne segua poi la crescita, ne corregga lo sviluppo. 

- Se è una questione di costi non sembra che manchino possibili soluzioni. Solo per fare un esempio: Cremona ha una tradizione  scolastica a diversi livelli che può offrire un’alternanza scuola-lavoro ai giovani studenti. Le competenze certamente non mancano. Docenti e studiosi hanno, a tale proposito, scienza e  capacità didattica.  Si è infatti ben consapevoli che un insegnamento efficace non può che partire dalla concreta esperienza. 

- Non si può affidare la cura delle piante a una “forza-lavoro” senza averla prima doverosamente preparata e averle dato professionalità adeguata. La formazione è il primo compito di un’amministrazione che non pensi solo al proprio mandato, ma abbia quell’intelligenza che le consenta di programmare il bene della Città anche su tempi lunghi. 

- Il verde non costituisce solo abbellimento, ma, come già si è osservato, è condizione di vivibilità. Per Cremona la presenza degli alberi ad alto fusto è essenziale e costituisce una priorità non più demandabile. 

- Di tale compito non si tratta d’investire la sola amministrazione e le istituzioni presenti sul territorio: ai cittadini compete la vigilanza.  Non si vorrebbe mai che le dimostrazioni, che hanno preceduto l’abbattimento di numerosi alberi, si siano totalmente assopite. È tempo di vegliare!!. 

- Fortunatamente, nei palazzi storici di Cremona ci sono spazi verdi di grandi, medie e piccole dimensioni, ma costituiscono assieme al verde pubblico un polmone ugualmente  essenziale per la nostra comunità. L’aria, nel bene e nel male, non ha confini!.  Pensare che l’architettura sia solo nelle murature e non tener conto che i giardini sono ad essa contestuali è farle un grave torto. L’architettura  da sempre si è avvalsa del verde. 

- Se parchi e giardini storici sono all’interno degli edifici e si celano alla vista dei passanti diversamente la progettazione del XX secolo ha considerato il verde. Giardini, giardinetti o semplici aiuole a partire dal secolo scorso non solo adornano gli edifici, ma li caratterizzano nel creare quella condizione essenziale che declina il rapporto fra interno ed esterno. L’architettura si è fatta carico della necessità di vivere un rapporto armonioso in cui il passaggio fra le due condizioni, interno ed esterno, trovi una mediazione che permette di declinare riservatezza del privato  con l’incontro con la collettività. 

- Con gli inizi del secolo scorso con l’avvento del Liberty i giardini sono offerti allo sguardo dei passanti. Le decorazioni sulle facciate trovano il loro compimento nella presenza delle piante nei giardini.  Due esempi sono emblematici: viale Trento e Trieste e viale Po. I rari esempi presenti nel centro storico, per questa peculiarità, abbisognano d’essere particolarmente tutelati. 

- Vi sono inoltre esempi che riprendono quest’intuizione anche successivamente. Si pensi a taluni edifici nel quartieri prospicienti al viale Po sorti negli anni settanta.

- L’architettura è il luogo in cui l’uomo vive: vive nella propria casa, vive nel contesto urbano, ma ovunque  egli sia deve respirare!. Più volte ho espresso il mio disappunto per i capotti da applicarsi ai muri storici  a motivo dei nefasti effetti che possono produrre. Sono comunque consapevole che abitazioni realizzate nei tempi della speculazione edilizia abbisognino di una necessaria coibentazione.  Ma vi è, o vi era!, anche il bonus verde cui raramente si è posta la dovuta attenzione.  

- Avere presente che gli spazi verdi appartengono all’architettura comporta tutelare gli alberi con la stessa attenzione che si dovrebbe avere per i muri. 

- Da ultimo, non si dimentichi che Il verde non può essere sostituito con manufatti che rispondano a “mode” o a illusorie quanto nocive funzioni d’uso. Questo vale per il pubblico quanto per il privato. Le superfetazioni vanno evitate. L’utile non è una priorità se contrasta con la prima e primordiale esigenza del vivere. La contesa fra “avere” ed “essere”, purtroppo come si può constatare a tutto vantaggio dell’ “utile”, ha portato all’attuale situazione. Cremona, come è  a tutti evidente,  è partecipe e testimone  di quanto sta accadendo, più propriamente di quanto è già accaduto!

 

Anna Maramotti Politi


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commenti


Nicolini Gualtiero

18 novembre 2021 12:52

Tutto giusto ma credi che questi tizi che ci amministrano siano in grado, anche ammesso che lo vogliano, di capire la importanza di ciò che hai scritto e di seguire un operato consono ? Continueranno con la loro alterigia e superbia a dispensare giudizi e ad operare secondo le loro regole e pensieri
Credo che otto anni di incapacità e presunzione lo abbiano ampiamente dimostrato

anna maramotti

20 novembre 2021 18:45

Condivido pienamente. Ma non bisogna abbassare la guardia. Le rimostranze puntualmente oggetto di riflessioni non servono certo agli attuali amministratori, ma suscitano il disappunto nei cittadini che condividono i valori identitari delle nostra città. Speriamo solo che non sia in cantiere un altro taglio!!. Su questa possibilità in agguato dobbiamo prestare grande attenzione

Annamaria Menta

19 novembre 2021 10:53

Concordo con le considerazioni espresse in questo intervento.
Personalmente spero che NON venga in mente a nessun amministratore di proporre anche qui le mode degli archistar (che tristezza...) che spacciano "boschi verticali" (che sempre orridi palazzoni sono, anche se "vestiti" con i fratelli maggiori delle cassette di gerani di noi poveri diavoli) per "spazi verdi". Va bene che ci siano "inserti" di verde nelle facciate dei palazzi, meglio ancora, dove possibile, bene i tetti verdi. Pensare però che questi surrogati o complementi possano sostituire alberi, aiuole, giardini che migliorano la qualità dell'aria (sempre che li si lasci crescere), abbelliscono la città (se curati come si deve), contribuiscono a diminuire le temperature e, non ultimo, sono efficaci elementi fono assorbenti, cosa che non guasta visto l'inquinamento acustico che non è meno dannoso di quello atmosferico, vuol dire essere per lo meno in mala fede.

Michele de Crecchio

19 novembre 2021 14:37

Negli anni sessanta, anni non propriamente felici per l'urbanistica della della nostra città, l'attenzione per il verde cittadino e particolarmente per quello di interesse storico era tuttavia notevole. L'amministrazione comunale di allora faceva collaborare il servizio Serre e Giardini, allora efficientissimo, con una piccola equipe di cittadini esperti ed appassionati. Componevano tale piccolo ma qualificato gruppo di lavoro personaggi del calibro del prof. Mario Muner, del prof, Giuseppe Casella, del dottor Giancarlo Grassellli e altri ancora dei quali al momento mi sfuggono i nomi. Si racconta di loro interventi personali in occasione anche di pericolose nevicate notturne o di tentativi abusivi di demolizione di alberature storiche.

Sciacca

22 novembre 2021 17:58

Oramai il dado è tratto, si e' agito con superficialita' al taglio delle piante, molte delle quali a detta degli esperti agronomi si potevano salvare, ma purtroppo molti non hanno ancora capito che tagliare le piante decennali per rimpiazzarle con nuove piante, bisogna aspettare almeno 20 anni, per ottenere la stessa captazione della CO2 e la stessa produzione di ossigeno di quelle tagliate, non illudiamoci, tra qualche anno si taglieranno ancora decine e decine di piante nell'indifferenza generale

Agostino Melega

1 dicembre 2021 11:33

Nonostante il bombardamento verbale e scritto sui media di tutti i colori, riguardante la "sostenibilità", la "transizione" e la "difesa" ecologica, a Cremona si è andati scivolando via via sulle banane di una mancata gestione, attenzione e seria professionalità relativa al verde pubblico. Bisogna porvi rimedio! E' umano sbagliare, così come è altrettanto diabolico perseverare. Sono convinto che si possa e si debba porre rimedio... in fretta!!!