5 maggio 2024

Ad amare s'impara

“Anche amare è bene: perché l’amore è difficile. Provare amore tra un essere umano e l’altro: forse, è ciò̀ che di più̀ difficile ci viene chiesto, di più estremo, la prova finale a cui veniamo sottoposti, la fatica che tutte le altre fatiche servono solo a preparare. Ecco perché i giovani, che sono principianti in tutto, non conoscono ancora l’amore: lo devono imparare. Con tutto il loro essere, con tutte le energie, raccolti intorno al loro cuore solitario, ansioso, che batte verso l’alto, devono imparare l’amare”. 

Rainer Maria Rilke, nella sua “Lettera a un giovane”, si sta rivolgendo ad un certo Kappus, un poeta che si sta affacciando alla vita adulta, ma in realtà le sue osservazioni, i suoi consigli, possono valere per tutti, anche per chi ha percorso già un lungo tratto di strada. È bello e salutare sentirsi sempre “giovani”: anzitutto perché la gioventù porta in sé una sana dose di entusiasmo e stupore, ma soprattutto perché è – o dovrebbe essere – l’età dell’apprendimento, della costruzione di sé stessi. Chi possiede un cuore giovane non solo si affaccia alla realtà con meraviglia ed eccitazione, ma anche con la consapevolezza di dover imparare tante cose, di dover e poter esplorare nuove terre. Dovremmo tutti sentirci un “cantiere in costruzione”, persone che hanno continuamente bisogno di affinare la loro capacità di affrontare la realtà con realismo e sapienza, i rapporti con gli altri con equilibrio e maturità, le sconfitte e le sofferenze con fortezza e fecondità. C’è bisogno di saper interrogare il proprio cuore per non arrivare a sentirsi degli estranei a sé stessi, per capire a che punto si è nel cammino della vita e per comprendere come e quanto si è in grado di gestire le proprie emozioni e reazioni. Da questo punto di vista è importante mantenere la buona consuetudine dell’esame coscienza serale: ripercorrere la propria giornata perché capire se si è vissuti per costruire o distruggere, unire o dividere, per creare legami di bene o per spandere semi di morte.

Tra le righe del Vangelo di questa sesta domenica di Pasqua Gesù rimarca che l’amore, pur essendo un elemento costitutivo dell’essere umano, si impara giorno per giorno! E in che modo? Prima di tutto accogliendo l’amore che ci viene offerto dagli altri, accettando di aprirci al bene donato da chi ci sta accanto, mettendoci in gioco in relazioni che chiedono un coinvolgimento totale di noi stessi. È assai suggestiva questa espressione di Cristo: “Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi”, Gesù ama dello stesso amore del Padre, Gesù ama perché prima di tutto è amato: egli ha imparato cos’è l’amore da suo Padre, che è la sorgente dell’amore. Non solo, la cosa bella è che Gesù ha imparato ad amare anche dai suoi genitori: da sua madre Maria egli ha sicuramente appreso la dolcezza, la misericordia, la tenerezza, da suo padre putativo Giuseppe la fermezza, il coraggio, la dedizione. Anche Gesù ha imparato ad amare, grazie a qualcuno che lo ha amato per primo!

Giovanni nella sua straordinaria prima lettera, un vero e proprio inno all’amore, è chiarissimo: noi conosciamo la potenza dell’amore, la sua forza creativa, la sua capacità trasformante grazie a Dio che si è manifestato a noi per primo.

Qualcuno potrebbe obiettare: ma si può imporre di amare? Gesù, in effetti, parla dell’amore vicendevole come di un comandamento. In realtà più che un comandamento Cristo offre un esempio: non emette leggi e precetti dall’alto di un trono regale senza minimamente coinvolgersi nella vita delle persone, ma si pone in mezzo agli uomini – i Vangeli della risurrezione insistono continuamente su quel “stette in mezzo” del Risorto -, ne condivide le fatiche e le ansie, le gioie e le sofferenze, ma soprattutto ama e mostra come l’amore sia la vera chiave di volta, il vero santo graal dell’eterna giovinezza, il significato ultimo della vita. Non per nulla egli dice ai suoi discepoli che non devono più considerarsi servi, ma amici! Non più schiavi che devono solo obbedire a degli ordini senza capire il motivo, abbassando la testa ed eseguendo letteralmente le indicazioni dettate dal padrone, pena una severa ed inesorabile punizione. Gesù vuole degli amici che condividano il suo progetto e che sperimentino che l’amore è l’unica forza capace di cambiare i cuori come la storia, di offrire quella felicità autentica che ciascuno anela.

Infine non dimentichiamo mai che non siamo stati noi a cercarlo, ma lui per primo ci ha voluto parte del suo progetto, co-protagonisti della sua storia. E tutto questo è molto liberante, perché se lui ha pensato a tutto, noi dobbiamo solo seguirlo, credere in quello che ci propone, aderire al suo programma e… fidarci! Ci potranno essere anche delle difficoltà, degli inciampi, dei fallimenti, ma non saremo mai sconfitti, perché Cristo non lo permetterà! 

Occorre solo avere quel desiderio continuo di imparare, di non sentirsi mai degli arrivati, ma uomini e donne in cammino, in costruzione! Occorre coltivare quello stupore che è uno dei motori potenti del vivere. L’amore, lungi dall’essere solo sensazione ed emozione, è itinerario faticoso ed esaltate per compiere sé stessi! L’amore s’impara!

 

Claudio Rasoli


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