13 febbraio 2024

Un ufficio postale e una scuola intitolate a Cremona. Così nel 1870, in Kansas, arrivarono immigrati cremonesi come spaccapietre nelle miniere d'oro

Miss Marie Wangler è poco visibile nella fotografia. Osservando l'immagine che ritrae il piccolo ponte di Big Creek si può notare, sulla destra, una figura femminile con il classico abbigliamento di fine XIX secolo. La camicia bianca, la gonna lunga con la vita stretta e il cappello con una enorme tesa, come da usanza di quel periodo, risaltano facilmente rispetto dell'uomo interamente vestito di nero che, redini in mano, porta una coppia di cavalli con annessa vettura verso Cremona. E' una fotografia di fine '800 in tutto e per tutto; l'ambientazione, i vestiti, l'atmosfera e il luogo, un luogo che per Marie significava tutto, vita e lavoro. Siamo nel Kansas della corsa all'oro o della spasmodica ricerca di minerali tipica della seconda metà del XIX secolo, siamo nel bel mezzo del Kansas, in pratica nel bel mezzo del nulla; dagli immensi campi confinanti ad est con il Missouri, ci si ritrova dritti dritti ai piedi delle Montagne Rocciose. Un salto di chilometri che cambia radicalmente l'orizzonte. Quella corsa verso l'oro o per i minerali partiva da tutta Europa e oltre, era intorno all'anno 1870, qui molti arrivavano da Cremona per fare un lavoro, quello di spaccare pietre e scavare le montagne, lavoro che poteva renderti ricco o farti sparire nel bel mezzo del nulla.

La contea di Neosho in quegli anni non era un gran bel posto, la Guerra civile americana aveva lasciato anche nel Kansas i suoi perché e i suoi caduti a causa di una lotta fratricida mentre la tribù dei nativi, gli Osage, non era molto disponibile a lasciare territori ai coloni. I cremonesi che si lanciavano verso quell'ovest degli Stati Uniti a colpi di piccone e dinamite arriveranno nella contea di Neosho proprio quando le cose cominciano a diventare più tranquille, intorno al 1869, forti di una volontà e una determinazione unica nella ricerca di quei metalli che potevano cambiare la loro vita. Come da tradizione quando si va a vivere lontano da casa ma si sente il bisogno di mantenere vivi gli affetti lasciati in riva al Po la scoperta di un Nuovo Mondo cominciava sempre, soprattutto negli Stati Uniti, con la costruzione di un ufficio postale dotato di un nome facile da ricordare: Cremona.

La cosa non deve stupire sono diversi gli uffici postali di fine '800 con il nome della città del Torrazzo, era la naturale propaggine dell'affetto che quei “nuovi coloni” portavano lontano dalla città del cotto e dei violini. L'ufficio postale resterà attivo fino al 1878 quando i lavori nelle miniere, o i filoni minerari, si erano esauriti, dal Kansas i cremonesi si sarebbero spostati sempre più a ovest alla ricerca di nuove vene aurifere e nuove speranze. Miss Marie Wangler, però, non vedeva le cose nello stesso modo: lei era una maestra, una di quelle che, al pari dei minatori, era alla ricerca di un nuovo mondo, un mondo però legato ad insegnare e far capire fin da piccoli, per scavare ci sarebbe stato tempo, per coloro che avrebbero voluto farlo. Marie chiede, ed ottiene, che nella contea venga costruita una scuola, una scuola che doveva raccogliere i bambini della zona tenendoli lontani dagli scavi per farli lavorare sui libri e sui quaderni. Il gruppo di lavoratori cremonesi accetta e si mette all'opera, in poche settimane, intorno al 1872, una piccola scuola con annesso un piccolo appartamento verrà costruita vicino ad un ponte, il ponte di Big Creek. Quella scuola prenderà il nome di quella città lontana: Cremona. Marie accetta e condivide la scelta del nome, condivide anche il luogo dove verrà costruito l'edificio, vicino ad un corso d'acqua e al centro di un'area che fosse comoda da raggiungere per tutti i bambini che abitavano nella zona. Era molto avanti con i tempi la maestra Wangler, aveva capito che la cosa fondamentale per i suoi alunni era arrivare sui banchi in poco tempo, altrimenti in pochi si sarebbero fatti vedere regolarmente a lezione, preferendo il lavoro alla matematica o alla storia. Per appassionarli allo studio ci avrebbe pensato lei, quello era il suo mandato e, dalle cronache, Marie aveva una determinazione e forza d'animo incrollabile, forse addirittura maggiore di quella dei minatori cremonesi.

Da quel momento ad est della cittadina mineraria di Chanute, nella contea di Neosho, nel Kansas, si sviluppava la “città” di Cremona, perché con un ufficio postale e una scuola hai praticamente una città, uno sviluppo che non si fermava la solo lavoro, ma pensato anche per far studiare i bambini che abitavano nella zona. Non era un passo da poco, se ci pensiamo bene, perché il termine Cremona si legava nell'offrire ai più piccoli la possibilità di crescere e capire, ringraziando i lavoratori cremonesi che avevano costruito quella struttura che oggi sembrerebbe quella di un film. Il lavoro dei cremonesi e di miss Wangler avrebbe dato ottimi frutti, all'inizio del 1900 gli studenti della scuola Cremona erano stati in grado di eccellere vincendo le graduatorie dello stato per l'assegnazione delle borse di studio nei migliori college; i quotidiani del Kansas rimarcarono, con un pizzico di ammirazione, la piccola, ma grandissima, storia di quella scuola con il nome di una città talmente lontana ma così vicina ai ragazzi che ospitava. La storia di quella Cremona rimarrà viva fino alla fine della Prima guerra mondiale quando, con la scomparsa di molte città minerarie, anche la scuola Cremona finirà nell'oblio di quella corsa all'oro che aveva creato molta ricchezza, ma soprattutto che aveva dato origine ad una scuola dedicata ad una città lontana, molto lontana.

Marco Bragazzi


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