25 ottobre 2021

'Ndrangheta, estorsione ed usura: anche a Cremona quattordici arresti della Dia di Brescia di affiliati 'infiltrati' nel Bresciano. Operazione "Atto finale"

Nelle prime ore del mattino di stamane, nelle province di Brescia, Milano, Reggio Calabria, Cremona e Ascoli Piceno, la Polizia di Stato, l'Arma dei carabinieri e la Guardia di Finanza di Brescia, coordinati dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, nell'ambito dell'operazione ''Atto finale'', hanno dato esecuzione a 14 misure cautelari personali nei confronti di soggetti ritenuti "contigui ed inseriti" in contesti di 'ndrangheta e "gravemente indiziati, a vario titolo, di usura ed estorsione commessi con metodo mafioso".

L'attivita' degli investigatori - diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica Roberta Panico della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, insieme ai Sostituti Procuratori Erica Battaglia e Carlotta Bernardini - ha permesso di documentare, nonostante il periodo di lockdown, "condotte intimidatorie ed estorsive, accordi e pagamenti usurari, accompagnati da pressioni e pretese economiche in danno di imprenditori, accordi per la spartizione degli illeciti guadagni, richieste di protezione criminale e gravi situazioni di esposizione a rischio per l'incolumita' individuale". In alcuni casi, e' stata provata una vera e propria vendita di denaro a condizioni usurarie ad un imprenditore del Nord in difficolta' economiche, cercando di assicurarsi la certezza del rientro dell'investimento con sistemi propri del metodo mafioso e dunque consentendo il conseguimento di fonti parassitarie di reddito. "Nel contesto sopra delineato - si legge in una nota - si inquadra anche la figura di alcuni imprenditori, in difficolta' economiche, sicuramente amplificate a causa dell'emergenza Covid-19 e del conseguente lockdown, i quali hanno avuto notevoli difficolta' nel rispettare gli impegni e le scadenze, con cio' causando il "nervosismo" di alcuni indagati, i quali con un intento intimidatorio, hanno addirittura inviato via WhatsApp la riproduzione fotografica delle abitazioni degli imprenditori". Nel corso delle indagini, inoltre, e' emerso che ulteriori soggetti, legati all'associazione di matrice 'ndranghetista, operavano nella provincia di Brescia commettendo frodi fiscali e reati di riciclaggio ed usura. In particolare, l'attivita' investigativa, ancora in corso, ha ulteriormente consentito di confermare il radicamento e l'operativita' della 'ndrangheta nel tessuto economico del distretto bresciano, la quale, avvalendosi, appunto, della creazione e dell'utilizzo di decine di societa' "cartiere" italiane ed estere, ha assicurato un vorticoso giro di fatture false per decine di milioni di euro a vantaggio di imprese locali, riuscendo cosi' ad attuare una sofisticata e pericolosa forma di "inquinamento" dell'economia legale attraverso l'erogazione di servizi fiscali illeciti".


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