17 gennaio 2022

A Cremona l'aspettativa di vita si riduce, male anche ambiente, occupazione, innovazione, trasporti: il Rapporto statistico della Provincia

"E' soprattutto la regione Lombardia, tra le aree del Paese più colpite nella fase iniziale della pandemia, a pagare il prezzo più alto con una riduzione della speranza di vita alla nascita di 2,1 anni (-2,4 per gli uomini e -1,8 per le donne). In provincia di Cremona, seconda provincia dopo Bergamo per numero di decessi causati della pandemia, la speranza di vita si riduce di 3,2 anni rispetto al 2019 (-4,2 anni per gli uomini e -2,3 per le donne), raggiungendo 79,7 anni e, precisamente, 79,6 anni per gli uomini e 82,5 per le donne".

Male, per quanto riguarda Cremona, anche il fronte ambientale (e questa non è purtroppo una novità), la disoccupazione e l'innovazione. Il dato emerge dalla sesta edizione del Rapporto “Il benessere equo e sostenibile nella provincia di Cremona – edizione 2021”, realizzato dall'Ufficio Statistica della Provincia di Cremona in stretta sinergia con Cuspi, Upi e Istat. Il rapporto misura il benessere a livello provinciale attraverso 75 indicatori territoriali di sviluppo sostenibile suddivisi in 11 dimensioni (salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione, qualità dei servizi).

L’analisi ed il raffronto fra dati multisettoriali che riguardano il nostro territorio provinciale - spiega il presidente della Provincia, Paolo Mirko Signoroni -, è fondamentale per fornire non solo un quadro esatto dell’andamento di tali indicatori, ma per delineare una strategia di sviluppo a medio-lungo termine ed affrontare, numeri alla mano, aspetti critici che ineriscono la vita delle nostre comunità. Inoltre, questo Rapporto è, sotto alcuni aspetti, diverso dai precedenti perché riporta i dati dell’anno 2020, primo anno della pandemia da Covid-19, che segna l’inizio di una fase storica all’insegna dell’eccezionalità e dell’emergenza e che induce una maggiore consapevolezza dell’entità dei problemi da risolvere e delle priorità da affrontare. L’emergenza sanitaria e la conseguente stagnazione economica, hanno fatto emergere nuove dimensioni del bisogno e hanno approfondito le disuguaglianze e gli squilibri, sociali e territoriali”.

Ecco alcuni dei dati salienti rilevati dal Rapporto.

SALUTE - Nel 2020, la diffusione della pandemia da Covid-19 e il forte aumento del rischio di mortalità che ne è derivato ha interrotto bruscamente la crescita della speranza di vita alla nascita che aveva caratterizzato il trend fino al 2019, facendo registrare a livello nazionale una contrazione dell’aspettativa di vita di 1 anno. Nel complesso, la speranza di vita si assesta in Italia a 82 anni, anche se per gli uomini scende a 79,7 anni e per le donne sale a 84,4 anni. Tutte le regioni subiscono un abbassamento dei livelli di sopravvivenza, ma è soprattutto la regione Lombardia, tra le aree del Paese più colpite nella fase iniziale della pandemia, a pagare il prezzo più alto con una riduzione della speranza di vita alla nascita di 2,1 anni (-2,4 per gli uomini e -1,8 per le donne). In provincia di Cremona, seconda provincia dopo Bergamo per numero di decessi causati della pandemia, la speranza di vita si riduce di 3,2 anni rispetto al 2019 (-4,2 anni per gli uomini e -2,3 per le donne), raggiungendo 79,7 anni e, precisamente, 79,6 anni per gli uomini e 82,5 per le donne.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE - Nell’anno di inizio della crisi pandemica, l’indicatore relativo ai Neet (giovani che non lavorano e non studiano) subisce un peggioramento. Dopo alcuni anni di diminuzione, la sua percentuale torna a salire, raggiungendo nel 2020 il 23,3% in Italia e il 22,6% in provincia di Cremona, valore di poco inferiore al dato nazionale, ma superiore di 5,2 punti percentuali a quello regionale (17,4%). Per quanto riguarda il livello di istruzione, i dati considerati non rilevano una situazione ottimale. Nel 2020 i cremonesi tra 25 e 64 anni che hanno conseguito almeno il diploma di scuola secondaria di II grado sono il 59,9% dei residenti della stessa fascia d’età; una percentuale inferiore a quella registrata in Lombardia (65,6%) e in Italia (62,9%). Anche i cremonesi in possesso di laurea o altri titoli terziari nella fascia d’età 25-39 anni, sono il 28% dei residenti della stessa fascia d’età, percentuale inferiore sia a quella regionale (33,2%) che nazionale (28,3%).

Nel 2019 i residenti in provincia di Cremona che hanno conseguito un titolo di livello terziario (laurea, dottorato, diploma in corsi di specializzazione, master o ITS) in discipline scientifico tecnologiche sono stati di 14 ogni mille residenti 20-29 anni, valore inferiore a quello registrato in Lombardia (15,2) e in Italia (16,1).

LAVORO E CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA - Nel 2020, l’emergenza sanitaria seguita alla pandemia ha avuto ripercussioni sul mercato del lavoro, in particolare sulle componenti più vulnerabili (giovani, donne e stranieri) che già partivano da condizioni occupazionali più difficili. Gli indicatori mostrano in provincia di Cremona una situazione migliore di quella rilevata a livello nazionale e lievemente peggiore di quella regionale.

Il tasso di occupazione scende in Italia al 62,6% (-0,9 p.p. rispetto al 2019), interessando soprattutto il Nord del Paese più colpito dalla prima ondata pandemica. In provincia di Cremona il tasso di occupazione raggiunge valori più alti, pari al 67,3%, ma si perdono 4,5 p.p. rispetto all’anno prima. Anche il tasso di occupazione giovanile (37,3%), segna una perdita superiore (- 4,5 p.p.) di quella registrata in Italia (- 2 p.p.). Nel 2020 aumenta anche la sfiducia delle persone nella ricerca di un’occupazione e cresce il tasso di mancata partecipazione al lavoro, che in Italia arriva a quota 19% e a Cremona all’11,4%. Una crescita maggiore si rileva tra i giovani dai 15 ai 24 anni, dove la sfiducia nella ricerca di un lavoro raggiunge il 40% in provincia di Cremona e il 47,2% in Italia.

Sul territorio provinciale anche il tasso di disoccupazione aumenta di 0,7 punti percentuali, arrivando al 5,7%, al contrario di quanto avviene in Italia e in Lombardia dove diminuisce, seppur di poco. A Cremona aumenta anche il tasso di disoccupazione giovanile che raggiunge il 17,3%, mentre in Italia si assesta al 22,1%.

La differenza di genere nel tasso di mancata partecipazione al lavoro, che rileva quanto le donne siano più scoraggiate degli uomini nella ricerca del lavoro, a Cremona migliora nel 2020 di 1,7 p.p., evidenziando una differenza di genere (4,3%) minore di quanto rilevato mediamente in Italia (6,7%). Al contrario, il divario tra donne e uomini riguardante il tasso di occupazione, che vede da sempre più occupati gli uomini rispetto alle donne, pur essendo migliorato, resta nel 2020 più alto a Cremona (-20,6%) rispetto a quanto rilevato mediamente in Lombardia (-16,5%) e in Italia (-19,9%).

BENESSERE ECONOMICO - La dimensione benessere economico evidenzia per la provincia di Cremona una situazione decisamente migliore di quella nazionale, ma peggiore, anche se di poco, a quella regionale:

• Il reddito delle famiglie pro capite in provincia di Cremona è pari a 19.784 € e supera di 1.259 € il valore medio nazionale (18.525 €), ma non quello regionale (22.444 €).

• La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti, pari a 23.183 € nel 2019, supera di 1.218 € il valore medio nazionale (21.965 €), ma è inferiore di 3.905 € a quello medio regionale (27.088 €).

• Anche l’importo medio annuo delle pensioni, che nel 2020 è di 13.504 €, supera di 1.542 € l’importo medio nazionale (11.962 €), ma è inferiore di 924 € a quello medio regionale (14.428 €).

È invece migliore, sia dei dati regionali che nazionali, la situazione delle pensioni di importo basso (inferiori ai 500 € mensili) che a Cremona nel 2020 sono il 18,1%, una percentuale inferiore di quella rilevata in media sia sul territorio nazionale (23,1%) che regionale (19,4%).

La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti mostra per le donne cremonesi una situazione peggiore di quella nazionale, ma migliore di quella regionale. Infatti, una lavoratrice cremonese percepisce in media 9.359 € in meno di un lavoratore, mentre a livello nazionale la differenza è di 7.823 € e in Lombardia di 9.733 €.

RELAZIONI SOCIALI - L’integrazione scolastica degli alunni disabili in provincia di Cremona si attesta su valori superiori alla media nazionale e regionale. Nell’anno scolastico 2019/20 gli alunni disabili che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado cremonesi sono infatti il 3,7% degli iscritti, contro il 3,1% registrato a livello nazionale e il 3,3% a livello regionale. Anche nelle scuole secondarie di secondo grado cremonesi gli alunni disabili sono il 3% degli iscritti, contro il 2,6% a livello nazionale e il 2,2% a livello regionale. Si rileva invece una carenza di postazioni informatiche adattate per gli alunni con disabilità nelle scuole secondarie di secondo grado provinciali, rispetto a quanto rilevato sul territorio nazionale e regionale.

Immigrazione: si evidenzia che la percentuale di permessi di soggiorno rilasciati nel 2020 in provincia di Cremona, calcolata sul totale degli stranieri residenti è pari al 69,3%, percentuale inferiore al valore nazionale (71,7%) e soprattutto regionale (81,4%).

Gli indicatori relativi alla partecipazione sociale e civile evidenziano come in provincia di Cremona esista una profonda cultura del volontariato. Si stima infatti che nel 2020 le istituzioni non profit cremonesi (associazioni o gruppi di volontariato) siano più numerose che in Italia e in Lombardia: se ne trovano in media 71,5 ogni 10.000 abitanti, contro le 60,1 dell’Italia e le 57,6 della Lombardia.

POLITICA E ISTITUZIONI - Riguardo al tema dell’inclusività nelle istituzioni, viene valutata la presenza femminile e la presenza di giovani (minori di 40 anni) tra gli amministratori comunali e quindi la distanza dalla parità di genere in questo ambito. I dati del 2020 evidenziano come le istituzioni del territorio cremonese abbiano dimostrato buone capacità nel coinvolgere le donne nella vita politica comunale, raggiungendo una percentuale di amministratrici pari al 34,6%, contro il 33,4% registrato a livello nazionale. Per quanto riguarda invece la capacità di attirare i giovani nella vita politica comunale, i dati ci mostrano una situazione peggiore, anche se di poco, a quella nazionale: in provincia di Cremona i giovani amministratori sono infatti il 26,1% contro il 27% registrato a livello nazionale.

SICUREZZA - Il tema della sicurezza viene qui analizzato attraverso due aspetti: la criminalità e la sicurezza stradale. Gli indicatori individuati per inquadrare il fenomeno della criminalità evidenziano per l’anno 2019 sul territorio cremonese un livello di criminalità molto basso rispetto a quello rilevato a livello nazionale, ma soprattutto regionale. Fanno eccezione le truffe e le frodi informatiche che nel 2019 sono state 403,7 ogni 100.000 abitanti, più di quanto rilevato in media sia a livello nazionale (351,7) che regionale (384,5).

Per quanto riguarda la sicurezza stradale, nell’anno 2019 le strade del territorio provinciale sono risultate complessivamente più pericolose di quelle italiane e lombarde: su 100 incidenti stradali si sono avuti 142,7 feriti in provincia di Cremona, contro i 140,2 a livello nazionale e i 136,4 a livello regionale.

PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE - La dimensione del patrimonio culturale viene osservata attraverso diversi indicatori relativi a parchi, musei, biblioteche e beni culturali. Nel comune di Cremona la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico è il 2% della superficie urbanizzata e supera, seppur di poco, il dato nazionale (1,8%), ma non quello regionale (2,4%). L’indicatore sulla dotazione di risorse del patrimonio culturale evidenzia una minore presenza di beni culturali sul territorio provinciale (42,7 beni culturali per 100 Kmq) di quella registrata sul territorio nazionale (70,2) e regionale (79,3). La provincia di Cremona risulta invece più virtuosa per la presenza di biblioteche (32 ogni 100.000 abitanti), un valore che supera sia quello medio nazionale (20) che regionale (19).

L’agriturismo si è rivelato, col passare del tempo, un valido strumento di contrasto all’abbandono delle aree rurali ed è senza dubbio la forma di valorizzazione del paesaggio rurale più praticata nel nostro Paese, soprattutto nel Centro Italia, ma sul territorio cremonese le aziende agrituristiche (4,2 ogni 100 Kmq) sono meno di quelle rilevate in Lombardia (7,1) e circa la metà di quelle rilevate in media in Italia (8,1).

L’indicatore sulla presenza di aree di particolare interesse naturalistico evidenzia che in provincia di Cremona i comuni che presentano aree di particolare interesse naturalistico sono pochi, circa un quarto del totale (28,3%), mentre in Lombardia sono circa un terzo (35,7%) e in Italia sono più della metà (56,6%).

AMBIENTE - La salvaguardia dell’ambiente naturale e la lotta all’inquinamento hanno un ruolo prioritario sul benessere e la salute della popolazione e sebbene nell’ultimo decennio siano stati fatti passi in avanti significativi, il quadro ambientale presenta ancora aspetti critici. I temi scelti per valutare la situazione dell’ambiente sono tre: qualità ambientale, consumo di risorse e sostenibilità. Per quanto riguarda la qualità ambientale, nel comune di Cremona la disponibilità di verde urbano è di 31,6 mq per abitante, valore di poco superiore a quello regionale (27,4), ma non nazionale (33,8).

Gli indicatori che misurano l’inquinamento ambientale non mostrano invece una situazione ottimale. Nel comune di Cremona nel 2019 i giorni in cui si è superato il limite giornaliero di PM10 (50μg/m3) sono stati 64, meno di quelli registrati nel capoluogo lombardo (72) ma comunque superiori al limite massimo previsto per la protezione della salute (35 giorni in un anno). Sempre nel 2019 nel comune di Cremona la concentrazione media annua di NO2 (biossido di azoto) è stata di 33μg/m3, valore al di sotto del limite previsto per la protezione della salute (40 μg/m3) e inferiore al valore registrato nel capoluogo lombardo (58 μg/m3).

Per quanto riguarda gli indicatori relativi al tema della sostenibilità ambientale, si evidenzia che in provincia di Cremona l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili è solo il 23,9% dell’energia elettrica consumata, contro il 34,9% di quella consumata in media in Italia. Per contro, in provincia di Cremona nel 2020 gli impianti fotovoltaici installati sono stati 5,2 per kmq, più di quelli installati in media in Italia (3,1 per kmq), ma meno di quelli installati in Lombardia (6,1 per Kmq).

INNOVAZIONE, RICERCA E CREATIVITA’ - L’innovazione e la ricerca sono alla base del progresso sociale ed economico perché generano ricadute sulla qualità della vita e sull’accesso ai servizi, accrescendo le capacità di soddisfare i bisogni della popolazione. Nel territorio cremonese la vocazione alla ricerca e all’innovazione non è molto diffusa, lo dimostrano gli indicatori relativi all’acquisizione di licenze o brevetti e alla specializzazione produttiva nei settori manifatturieri ad alta intensità di conoscenza.

Nel 2018 le imprese cremonesi che hanno acquisito licenze o brevetti sono state il 7,4% delle imprese impegnate in progetti di innovazione, una percentuale di poco inferiore sia a quella nazionale (7,7%) che regionale (7,6%), che evidenzia comunque una buona propensione alla brevettazione. Anche la percentuale di imprese cremonesi con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza (29,9%), risulta inferiore al dato medio nazionale (31,7%) e soprattutto regionale (35,2%). 

E’ invece migliore della situazione nazionale, ma non regionale, la posizione delle imprese cremonesi impegnate in progetti di innovazione e delle imprese che utilizzano piattaforme digitali: in provincia di Cremona le imprese impegnate in progetti di innovazione sono infatti il 49,9% del totale, contro il 48,1% rilevato a livello nazionale e il 52,1% a livello regionale.

QUALITA’ DEI SERVIZI - Gli indicatori scelti per valutare la qualità dei servizi socio-sanitari o di pubblica utilità evidenziano sul territorio cremonese una situazione migliore di quella rilevata a livello nazionale. Per quanto riguarda i servizi socio-sanitari, la percentuale di bambini da 0 a 2 anni che usufruisce di asili nido o micronidi (il 16,7%) supera di 2,6 p.p. quella nazionale (14,1%). Questo risultato è probabilmente dovuto anche al fatto che nel territorio cremonese quasi tutti i comuni offrono servizi per l’infanzia (97,4%), mentre a livello nazionale questa percentuale si riduce al 59,6%. Anche l’offerta ospedaliera sembra soddisfare pienamente l’utenza di riferimento territoriale, in quanto solo il 3,2% dei cremonesi ricoverati si è rivolto a strutture sanitarie di altre regioni, contro una media nazionale del 6,5%.

Molto positiva è anche la situazione relativa ai servizi di pubblica utilità. Nel 2019 in provincia di Cremona il numero medio di interruzioni elettriche senza preavviso è stato più basso di quello registrato in media in Lombardia e in Italia e la percentuale di raccolta differenziata di rifiuti urbani è stata molto più elevata sia di quella regionale che nazionale: in provincia di Cremona il 78,5% dei rifiuti è stato oggetto di raccolta differenziata, contro una media regionale del 72% e una media nazionale del 61,3%.

È invece molto bassa la copertura da rete fissa di accesso ultra veloce a internet: solo il 5,7% delle famiglie cremonesi ha accesso a internet tramite fibra ottica, contro il 30% delle famiglie italiane e il 32,1% delle famiglie lombarde.

L’indice di sovraffollamento delle carceri, anche se rileva nel cremonese una situazione migliore di quella regionale e nazionale, evidenzia una situazione negativa che persiste ormai da anni in tutto il Paese. Nel 2020 nel territorio cremonese i detenuti presenti negli istituti di detenzione sono infatti 102,5 per 100 posti disponibili, contro i 105,5 in Italia e i 123,8 in Lombardia.

Sul tema della mobilità, gli indicatori rimarcano una carenza nell’offerta di trasporto pubblico locale. Nel 2018 i posti km offerti per abitante sono stati 1.374 nel comune di Cremona, dati di gran lunga inferiori alla media nazionale (4.553) e soprattutto regionale (10.472).


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commenti


Roberto Regonelli

18 gennaio 2022 05:54

Siamo arrivati al top!